(CAVALIERI MARVEL)

 

 

Di Carlo Monni

 

 

N° 4

 

GUERRA FREDDA

 

(PARTE PRIMA)

 

 

 NON PUOI PIÙ TORNARE A CASA (Con tante scuse a Tom Wolfe)

 

 

 

PROLOGO

 

 

Il sommergibile Lermontov scivola veloce sotto il pelo delle acque del Mar Baltico. Nella sua cabina il comandante apre la busta con gli ordini. È nervoso, hanno scelto il suo mezzo per la prova del nuovo congegno e spera che tutto vada bene. La prima esplosione lo scuote. Oh Dio, pensa, fa che non sia un altro Kursk. La seconda esplosione lo coglie in pieno mentre percorre il corridoio che porta alla sala macchine. Il suo ultimo pensiero è per i suoi uomini e per sua moglie, poi più niente, mentre l’acqua entra dagli squarci ed il fiero sommergibile affonda nelle profondità marine, portando con se 120 uomini d’equipaggio verso morte sicura.

            Da un’altra parte qualcuno sorride

 

 

1.

 

 

            Il Tubolev dell’Aeroflot si prepara ad atterrare all’aeroporto di Mosca e dal suo posto in V.I.P. Class Natalia Alianovna Romanova, meglio nota in occidente come Natasha Romanoff e, praticamente dovunque, come la letale Vedova Nera, non può fare a meno di pensare a come il destino la stia riportando alle sue origini. È la seconda volta in quanto? Due settimane che si ritrova a Mosca, la città della sua infanzia. Non può fare a meno di sperare che quest’occasione sia meno turbolenta della precedente.[1] Osserva le guglie a cipolla del Cremlino e non può fare a meno di lasciar correre la sua mente verso il passato. Spia, supereroina, stella del jet set, reietta in patria. Quante donne è stata nella sua vita e quante erano veramente lei? Tutte e nessuna probabilmente. Porta il suo sguardo verso il volto corrucciato dell’uomo che per lei è stato l’unico padre che abbia veramente conosciuto: Ivan Ivanovitch Petrovich, è per lui che ha deciso di tornare in Russia ancora una volta, per non lasciarlo solo in una prova per lui così importante, ma, forse, come sempre, non è del tutto vero, forse è, finalmente, l’occasione di fare i conti con il suo passato.

            L’aereo ferma, infine, la sua corsa sulla pista dell’aeroporto interrompendo il corso dei suoi pensieri e, poco dopo Natasha ed Ivan si ritrovano nell’ampia Hall, dopo aver superato i tradizionali controlli ed è qui che la nostra eroina ode una voce conosciuta alle sue spalle:

-Bentornata in Russia Madame Natasha!-

Quel modo di chiamarla…da anni nessuno lo usa più con lei….Si volta di scatto e si ritrova di fronte un uomo alto, magro con i capelli scuri che stanno ormai ingrigendo in più punti, vestito di un impeccabile completo nero ed un soprabito scuro, gli occhi coperti da occhiali scuri.

-Colonnello Alexei Vazhin!- esclama la Vedova Nera –Cosa ti porta qui?-

-Non appena ho saputo che la Vedova Nera sarebbe tornata a Mosca non ho potuto non venire ad accoglierla.- risponde l’uomo.

-Un tempo non lontano la tua accoglienza sarebbe stata molto diversa direi.-

-Tempi diversi Natalia Alianovna, per l’Unione Sovietica eri una traditrice, ma la Russia la pensa diversamente.-

-I tempi cambiano, si.- commenta Natasha.

Vazhin si rivolge al compagno della Vedova:

-È un piacere rivederti Ivan Ivanovitch, ne è passato di tempo.-

-Molto davvero, Alexei Mikhailovitch...– risponde Ivan -…ed a quei tempi ti avrebbero ordinato di spararmi a vista.-

-Come ho gia detto, altri tempi…passati per fortuna. Su venite! C’è un’auto che vi aspetta per portarvi al vostro hotel.-  

.Sapevi tutto di noi sembra.- commenta la Vedova Nera.

-È il mio lavoro.-

-Si, ho saputo che sei stato nominato direttore del nuovo servizio di sicurezza interna.-

-Sicurezza Federale, abbiamo gli uffici nel palazzo della Lubyanka, la sede del vecchio K.G.B.-

-Come qualunque Russo sa bene.- commenta Ivan.

-So che sei qui per tuo figlio Yuri, Ivan Ivanovitch, pare stia per uscire dall’ospedale.-

-Dov’è finito per essere deprogrammato dal lavaggio del cervello fattogli dai tuoi amici del K.G.B. che ne hanno fatto un assassino.-[2]

-Erano tempi diversi, l’ho detto, e mi spiace sinceramente per quello che ti è successo, credimi.-

Ivan non risponde, stringe le labbra e china la testa.

            Mentre parlano, sono usciti dall’aeroporto e saliti nella limousine di Vazhin, che si avvia verso l’hotel dove Ivan e Natasha hanno prenotato le camere.

-Mi auguro che la tua permanenza in Russia sia migliore di quella della settimana scorsa.- dice Vazhin alla Vedova.

-Me lo auguro.- ribatte lei –Sempre che Stalyenko non abbia altre idee.-

Vazhin fa una smorfia di disgusto.

-Stalyenko non ha niente a che fare con me, è del G.R.U.[3] e quelli pensano ancora che la guerra fredda non sia ancora finita, per non dire di peggio.-

-Era agli ordini del G.R.U. che agiva Yelena Belova?[4]- chiede Natasha.

-Così almeno credeva lei, ma noi non ne siamo così sicuri.-

I soliti giochi di fumo e specchi!- commenta Ivan acido.

-Non hai torto vecchio amico.-

-Alexei Mikhailovitch perché sei venuto a prenderci? E non dirmi che volevi solo rivedere due vecchi amici!-

Vazhin sorride enigmatico.

-Sei sempre la solita Natalia Alianovna. Sospetti sempre di tutto e tutti. E magari non sbagli. Diciamo che sono qui per consegnarti un invito.-

-Un invito?-

-Al ricevimento per il nuovo Ambasciatore Americano, il Governo Russo sarebbe lieto se tu volessi essere una delle ospiti. Un modo per cominciare a riparare ai torti del passato.-

-Non mi convinci neanche un po’ Alexei Mikhailovitch…- risponde sorridendo Natasha -…ma ho giusto un abito da sera nuovo e non mi dispiace affatto sfoggiarlo in un occasione come questa.-

-Ottimo. Allora, stasera alle otto e siate puntuali, mi raccomando.-

            L’auto si ferma e scarica i suoi due passeggeri, per poi ripartire di scatto. La Vedova Nera la osserva allontanarsi e sogghigna lievemente.

 

 

2.

 

 

            Otto di sera. Nella grande sala dei ricevimenti del Cremlino gli occhi dei presenti (in special modo quelli maschili) si voltano verso la donna che sta entrando. Natasha Romanoff sfoggia un lungo abito nero con spacchi laterali, un ampio décolleté anteriore ed un’ampia scollatura che le lascia la schiena praticamente nuda, i capelli sono elegantemente raccolti a crocchia, ai lobi pendono due orecchini di rubino. Lei avanza nella sala con grazia, mentre, accanto a lei,. Ivan Ivanovitch Petrovich cammina con passo marziale stringendo il rigido colletto della camicia.

-Odio gli smoking piccola zarina, lo sai!- borbotta.

-Sopporta i disagi Ivan, sii un vero cosacco.-

-Lo faccio solo per te.-

            Con noncuranza, Natasha prende una coppa di champagne e sorseggia con lentezza studiata il prezioso liquido, mentre i suoi occhi di ghiaccio squadrano la sala. È perfettamente consapevole dell’effetto che provoca negli uomini, e non solo su di loro, e, come sempre, la cosa la diverte e la lusinga. Nel giro di pochi minuti si sono presentati a lei il primo viceministro degli esteri, l’addetto commerciale dell’Ambasciata Francese, l’assistente del consigliere Militare dell’ambasciatore inglese (un agente del MI6 quasi certamente), la segretaria dell’ambasciatore tedesco ed infine l’Ambasciatore Americano stesso. Alexei Mikhailovitch Vazhin ha osservato tutta la scena con sguardo divertito, sotto gli occhiali che non toglie mai, poi ha deciso di intervenire:

-Natalia Alianovna è un piacere vederti qui! Permettimi di presentarti uno dei migliori ufficiali della nostra aviazione: il maggiore Andrei Nicolaievitch Rostov!-

L’uomo dinanzi a lei, con indosso l’uniforme di gala, ha non più di trent’anni, alto un metro e 88 circa, capelli biondi tagliati a spazzola, in stile tipicamente militare, occhi azzurri e penetranti, sguardo impenetrabile. Accenna un sorriso e si china a baciarle la mano. mentre unisce i tacchi:

-Onorato, madame Romanova!-

            Natasha ricambia il sorriso e rimane un attimo perplessa dall’inquietante sensazione di familiarità con l’attraente ufficiale, poi capisce cos’è a turbarla. Gli ricorda Alexi, il suo defunto marito, conosciuto anche come Guardiano Rosso.[5] Se non fosse per il colore dei capelli e degli occhi…no, non può dire che si somiglino davvero, è piuttosto qualcosa nell’atteggiamento e nel modo di guardarla…a pensarci bene gli fa pensare anche  a Steve Rogers.[6] Si accorge all’improvviso di aver perso un brano della conversazione del giovane maggiore:

-Le ho chiesto se vuol ballare Natalia Alianovna..-

-Ma certo Maggiore Rostov!-

Ed eccoli nel cosiddetto vortice delle danze. Il giovane maggiore è davvero un bravo ballerino, quanto a lei, gli anni d’addestramento al Bolshoj le danno una scioltezza invidiabile e, come sempre, gli occhi di tutti sono puntati su di lei.

-Donna notevole, non è vero?- commenta Clayton Fox, l’Ambasciatore Americano.

-Ma pericolosa.- ribatte il suo segretario. –Non la chiamano Vedova Nera per niente.-

-Sono molto bene al corrente dei suoi exploit e questo rende la cosa molto più interessante.-

 

            Natasha e Rostov hanno smesso di ballare e sono usciti su una terrazza. Natasha respira a fondo la brezza dell’estate moscovita, non ammetterebbe mai con nessuno di averne sentito nostalgia. Il suo compagno le porge una coppa di champagne.. Lei lo sorseggia poi…

-Chi è lei veramente, Andrei Nicolaievitch?- chiede a bruciapelo

-Prego?-

-Conosco Vazhin da una vita, non fa mai nulla a caso. Se mi ha invitato qui e poi si è dato da fare per presentarmi proprio lei deve esserci una ragione.-

-Lei è troppo abituata agli intrighi spionistici Natalia Alianovna. Alexei Mikhailovitch è un vecchio amico di mio padre e sapeva che avrei conosciuto volentieri la famosa Vedova Nera…che tra l’altro è anche stata la moglie di uno dei miei idoli di cadetto, il grande capitano Alexi Alanovitch Shostakov!-

Natasha trema leggermente.

-Conosceva mio marito?-

-Solo di fama, ma so che è morto da eroe per il suo paese.-

-Si, questo possiamo dirlo.- mormora lei.

-Non volevo turbarla con tristi ricordi Natalia Alianovna!-

-Chiamami Natasha, Andrei, lo preferisco.-

-Come…desideri Natasha.-

Sollevano le coppe e le incrociano mentre i loro occhi brillano alla luce lunare.

            Poco lontano Ivan e Vazhin osservano la scena.

-Non so cosa tu abbia in mente Alexei Nicolaievitch…- commenta Ivan -…ma ti avverto: se qualcosa di male dovesse capitare a Natasha per colpa tua, ti spezzerò il collo personalmente!-

Vazhin ride:

-Si lo faresti, lo so, ma calma i tuoi istinti vecchio cosacco. La tua protetta è capace di cavarsela in qualunque circostanza. Rilassati, goditi il ricevimento e pensa che presto rivedrai finalmente tuo figlio.-

Ivan corruga la fronte.

-Già! – mormora –E forse è questo che mi preoccupa di più.-

 

 

3.

 

 

            È il sole che entra dalla finestra a svegliarla, Natasha si rigira nel letto ed incontra il corpo di Andrei Rostov ancora addormentato. Sorride, hanno avuto una notte movimentata dopotutto e lui si è guadagnato il riposo. Si alza senza far rumore scivolando da sotto il lenzuolo che già la copre a malapena. Sempre in silenzio. raggiunge il bagno e, pochi minuti dopo, è sotto la doccia. Per l’ennesima volta, si chiede cosa c’è che non va in lei e nei suoi rapporti con gli uomini. Quello che è successo stanotte è stato anche bello, non lo nega, ma davvero il suo destino è cambiare uomini in continuazione e solo per non stare sola la notte? Se solo Matt[7] avesse voluto…avesse voluto cosa? Tra loro due non può funzionare e lo sanno bene entrambi. Non sono fatti per stare insieme nonostante tutta l’attrazione reciproca. Forse lei ha perso la capacità di amare anni fa quando ha perso Alexi o, forse, non l’ha mai avuta. La porta della cabina della doccia si apre ed entra Andrei Rostov. Oh beh, pensa Natasha, ricambiandone il sorriso, come diceva quel film?[8] “Ci penserò domani”

 

            Ivan Ivanovitch Petrovitch non si è mai sentito così nervoso nemmeno sul campo di battaglia. Non vede suo figlio da quando lui provò ad ucciderlo anni fa. Per un po’ fu imprigionato in Siberia, ma poi fu affidato ad una squadra di psichiatri che aveva il compito di decondizionarlo, distruggere 19 anni di lavaggio del cervello cui, sin da bambino, Yuri era stato sottoposto, per convincerlo che suo padre aveva tradito la sua patria, dopo aver ucciso sua madre ed aver tentato di uccidere lui. Ora gli avevano detto che Yuri aveva ormai compreso i suoi errori (Cielo! Questa terminologia gli ricorda le autocritiche comuniste) ed era recuperato alla società. Anche Natasha è nervosa, Yuri è la cosa più vicina ad un fratello che abbia mai avuto, ma non l’ha mai veramente conosciuto. Quando lui nacque lei era in un Collegio di Stato e poi lui scomparve ed il resto è storia, ormai. Quello che entra nella stanza è un uomo dai capelli scuri e corti, gli occhi azzurri, dal fisico massiccio e ben proporzionato, dovrebbe avere circa trent’anni ormai, pensa Natasha, lo guarda e nota che quello sguardo allucinato che aveva all’epoca del loro primo incontro è del tutto scomparso, sostituito da una vivacità diversa.

-Yuri!- esclama Ivan

-Buongiorno padre, buongiorno Natalia Alianovna!-

Cordialità formale, forse non l’inizio che Ivan si aspettava, ma un inizio, se non altro.

-È…bello rivederti figliolo!-

-Davvero? Mi fa..piacere. Io ho molto da farmi perdonare da voi.-

-Ognuno di noi ha le sue colpe Yuri-

-Dici? Mi hanno fatto credere cose terribili ed io stesso ho fatto cose terribili, di cui ora mi vergogno. Non ho giustificazioni. Forse non ho pagato abbastanza, ho portato un uomo alla morte ed ho cercato di ucciderne altri. Si, forse sono stato recuperato, ma non sono certo di potermi perdonare.-

-Figliolo, tutti abbiamo cose da farci perdonare. Quello che ti successo non è interamente colpa tua, ma di coloro che hanno cospirato contro di noi in nome di assurde ragioni superiori. Per anni io ti ho creduto morto e tu mi hai creduto un traditore ed un assassino, forse ora possiamo superare il passato.-

Yuri lo guarda mentre Ivan abbozza un sorriso. Titubanti, padre e figlio si abbracciano. Natasha si rilassa, tutto sta andando bene e ne è felice per Ivan. Intanto lei ha altri pensieri:

 

Era accaduto poco dopo che erano usciti dalla doccia, lei con indosso un accappatoio ed Andrei Rostov con l’asciugamano stretto ai fianchi e seduto sul letto. Per primo era squillato il cellulare di Andrei Nicolaievitch.

-Da!- aveva risposto lui…un attimo di silenzio, poi ancora: -Da! Va bene, sarò puntuale!-

-Qualche problema? – gli aveva chiesto lei.

-Niente di particolare. Devo raggiungere il mio stormo alla base, mi aspetta un aereo all’aeroporto militare tra due ore.-

-La tua licenza è già finita? Peccato.-

-La famosa Vedova Nera non sentirà certo la mancanza di un umile ufficiale dell’Aeronautica Russa.-

-Chissà…quanto ti ci vuole per arrivare all’aeroporto?-

-Meno di mezz’ora col traffico, perché?- chiese lui, immaginandosi la risposta.

-Beh abbiamo ancora un po’ di tempo da passare…

Lui sorrise e mezzo minuto dopo l’accappatoio e l’asciugamano erano sul pavimento.

Se n’era andato subito dopo che era stata servita la colazione ed era stato allora che Natasha aveva ricevuto la telefonata di Vazhin.

 

-Scusatemi...- dice Natasha -…ma ho un impegno fra mezz’ora e devo salutarvi

-Mmm, anch’io ho un impegno di lavoro tra poco.- dice Yuri

-Lavoro?

-Ingegnere elettronico, me la sono sempre cavata bene con quegli aggeggi.-

Mi ricorda qualcuno.- commenta Natasha sorridendo. –Beh, Yuri, posso dire che sono felice di averti rivisto. Ci rivedremo spero, prima della mia partenza.-

Yuri le sorride ammiccante:

-Lo spero Natasha, lo spero proprio.-

 

            Sono circa le 11, ora di Mosca, quando Natasha entra nell’ufficio del Colonnello Alexei Mikhailovitch Vazhin nel palazzo della Lubjanka.

-Benvenuta Natalia Alianovna.-

-Non potevo non accettare il tuo invito colonnello…in realtà sapevo che me l’avresti fatto.-

-L’immaginavo, sei troppo intelligente per non capire certe mosse, beh non insulterò oltre la tua intelligenza e verrò subito al punto. Due giorni fa, uno dei nostri sommergibili nucleari di classe Akula, il Lermontov, ha subito un…incidente e si è inabissato al largo delle coste baltiche con tutto l’equipaggio.-

-Un altro caso Kursk?-

-In realtà non lo sappiamo, a dir la verità sospettiamo un sabotaggio. Il Lermontov portava con se, per provarlo, un sofisticato sistema di puntamento e rilevazione elettronica. L’unico esemplare funzionante a dire il vero.-

-Comincio a capire…ma l’inventore non è in grado di replicarlo?-

-Ci stavo arrivando. Gli scienziati coinvolti nel progetto, a cominciare dall’uomo che l’ha inventato, il professor Ilya Grushin, sono morti in vari incidenti nel corso degli ultimi due giorni.-

-Atti deliberati per impedire di replicare l’arma.-

-Esatto. Ora c’è solo una cosa da fare raggiungere il sommergibile e recuperare il prototipo, ma sono in molti a volerlo data la sua importanza..-

-Compresi gli americani?-

Vazhin sogghigna.

-Si! La C.I.A. ha già spedito i suoi uomini a San Pietroburgo!-

-Io sono cittadina Americana, lo sai Alexei Mikhailovitch, ho anche collaborato con i loro servizi segreti, ho dei doveri verso il mio paese adottivo.-

-Tu sei russa Natalia Alianovna Romanova, non m’importa cosa c’è scritto sul tuo passaporto, hai dei doveri verso la tua vera patria. L’Unione Sovietica non esiste più e nemmeno la Guerra Fredda. Quel dispositivo appartiene alla madrepatria innanzi tutto e, comunque, non permetterò che cada in mani sbagliate.-

-Non capisco perché ci tieni tanto a che ci pensi io Alexei Mikhailovitch, avete molti agenti in gamba a disposizione e fino a due giorni fa non era nemmeno previsto che tornassi in Russia…-

-Sei la migliore, mi pare ovvio, e poi hai molta esperienza con i superumani ed in questo caso ci sarà utile ed io ho bisogno di qualcuno che sia io che gli occidentali consideriamo affidabile, una come te.-

-Affidabile, certo…parlami delle parti in causa.-

Non c’è molto da dire, in realtà. Da quel che sappiamo, oltre ai vari servizi segreti mondiali, abbiamo anche alcuni gruppi non legati a governi. Ricordi il Colonnello Generale Valentin Shatalov?-

-Certo sognava la restaurazione del vecchio ordine comunista, s’impadronì dell’armatura di Dinamo Cremisi dopo che la tolsero a Dimitri Bukharin, ma dopo un pasticcio con Iron Man[9] gliela confiscarono e, comunque oggi la Dinamo Cremisi è un altro, credo.[10]

-Infatti, da quanto ne sappiamo ha fatto un patto con altri nostalgici, forse ne hai sentito parlare, si fanno chiamare Bogatyri.-

-Il gruppo del professor Orekhov, ho letto di loro nei files dei Vendicatori.[11] E così sono interessati al prototipo?-

-Infatti e non saranno i soli, il G.R.U. manderà il suo agente migliore, il motivo per cui ho voluto che tu entrassi nella combinazione.-

-Non mi dirai…-

-Si! Yelena Belova, l’autoproclamatasi nuova Vedova Nera, stavolta lavorerete insieme dalla stessa parte, almeno in un certo senso. Non voglio che il prototipo cada nelle mani di Stalyenko, non mi fido di lui, ma non posso agire senza prove.-

-Fammi capire Alexei Mikhailovitch, io dovrei impedire a quattro agguerriti supercriminali di impadronirsi del prototipo, recuperarlo, tenere a bada i servizi segreti di mezzo mondo e la Belova ( e se necessario sbarazzandomi di lei) tutta da sola?-

-Ah, ma non sarai da sola mia cara Vedova Nera, ho già provveduto perché tu abbia un aiuto speciale.-

Una porta si apre ed entra il Guardiano d’Acciaio.

-Buongiorno Vedova Nera!- dice semplicemente. -È un piacere rivederti. L’ultima volta, durante la crisi del Mandarino[12] non abbiamo avuto occasione di parlare.

Mi fa piacere rivederti, Vedo che hai fatto cambiamenti al tuo costume.-

-Si.- risponde lui. –Mi sono sbarazzato di quell’antiestetico elmetto in favore del più comodo cappuccio. Non c’era nulla che non andasse nel design del vecchio costume del Guardiano Rosso, bastava solo aggiornare i colori.-

-Sono d’accordo!- risponde Natasha, poi si rivolge a Vazhin -Avrò l’aiuto della Guardia d’Inverno, dunque?-

-Si, se sarà necessario, ma in questa fase agirai insieme al Guardiano ed alla Belova

-Sarà un piacere per me lavorare con te Vedova.-

Natasha fissa i suoi occhi blu acciaio, da cui traspare solo determinazione, occhi come quelli di…possibile? Che Vazhin gliel’abbia presentato apposta?

-Va bene Alexei Mikhailovitch accetto la tua proposta e vediamo cosa succederà.-

 

 

4.

 

 

            Seduta sull’aereo militare che la porta verso il mar Baltico, la Vedova Nera osserva il suo silenzioso compagno. L’impressione d’inquietante familiarità non la ha abbandonata. Forse è il costume così simile, con gli stessi dischetti appesi alla cintura, ma non può fare a meno di pensare ad Alexi, ha quasi paura che sollevando il cappuccio vedrebbe il suo viso. Non è possibile, lo sa. Lei stessa ha visto suo marito colpito a morte per salvarle la vita e poi scomparire nell’eruzione vulcanica che ridusse in cenere la base russo-cinese. (Ma quanta gente che doveva essere morta hai visto ritornare dalla tomba? Si chiede) E poi Alexi aveva gli occhi scuri e questo Guardiano li ha azzurri (Esistono anche le lenti a contatto colorate). Di un blu profondo così li ha già visti e non può fare a meno di chiedersi se Alexei Vazhin non avesse previsto tutto.

 

            Dall’alto s’intravede una base militare con tanto di pista d’atterraggio, l’aereo inizia le manovre di discesa.

-Non credo tu sia nervosa per questa missione.– dice il Guardiano –Anche se è la prima volta da tanto che lavori per il tuo paese natio.-

-Sono una professionista!- ribatte Natasha –Non mi faccio turbare da certe considerazioni. Mi chiedo solo se ne so abbastanza su questa missione.-

-Io so cosa mi è stato chiesto di fare e mi basta.-

Niente domande, vecchia disciplina, addestramento militare, ma non c’è da sorprendersi no? Dovrebbe esserci abituata. Chissà come, le viene da pensare che vorrebbe Ivan al suo fianco.

 

            Ivan Ivanovitch Petrovitch cammina per le strade di Mosca e ripensa a tempi lontani in cui quella città era diversa, più oppressiva in un certo senso. Anche lui era diverso e questa città con le insegne della Coca Cola ed i MacDonald’s, non è sicuro di riconoscerla. Forse raggiungerà Yuri a San Pietroburgo, strano, gli è difficile non chiamarla Leningrado, forza dell’abitudine. Curioso che suo figlio si trovi nella regione baltica, non molto distante da dove si trova la sua “sorella adottiva” ed a pensarci bene è stato anche evasivo sui suoi motivi.

L’auto si ferma di colpo, inchiodando davanti a lui e ne escono due tizi dall’aria minacciosa:

-Ivan Ivanovitch Petrovitch sei desiderato dal nostro capo.-

-E se io non volessi vederlo?-

-Non è una questione di scelte.- replica uno dei due ed Ivan si trova una pistola premuta su un fianco. Per un attimo considera l’idea di sbarazzarsi dei due, non dubita di poterci riuscire, poi la curiosità ha il sopravvento. Questa situazione, simile a quella dei film di gangsters anni ‘30 che tanto gli piacciono, lo intriga e vuol proprio sapere cosa vuole da lui il capo dei due sgherri.

 

            Dall’aereo ad un elicottero e di lì, sul ponte di una nave del gruppo di soccorso, dove sono accolti da un ufficiale molto ossequioso, specie nei confronti del Guardiano. Appoggiata al parapetto, scrutando verso il fondo del mare, ecco il terzo membro del loro bizzarro team: i capelli biondi svolazzanti al vento salmastro, inguainata in un costume nero aderentissimo, che le lascia scoperta la zona dell’ombelico e le mette in perfetta evidenza le forme sinuose.

-Buongiorno Yelena Belova!- le dice Natasha con tono irridente

La ragazza si volta, negli occhi azzurri un lampo di rabbia.

-Chiamami Vedova Nera!- ribatte.

-Quando sarò morta o ti sarai meritata quel nome Yelena!

-Non voglio discussioni! – dice duro il Guardiano d’Acciaio –In questa storia stiamo dalla stessa parte, lasciate perdere le rivalità personali, almeno finché la missione non sarà finita.-

-Io ti rispetto Guardiano!- ribatte Yelena –Per questo farò come dici, ma un giorno io e questa traditrice della patria chiuderemo i conti in sospeso.-

-A tua disposizione ragazzina, ma ricorda com’è finita l’ultima volta.-

Uno sguardo del Guardiano basta a Natasha per capire che non è più il momento di scherzare.

-Il nostro compito è semplice.- Dice il Guardiano alle sue riluttanti alleate. -Dobbiamo proteggere il recupero del sottomarino e del prototipo al suo interno. Ci aspettiamo interferenze da potenze straniere e da altri gruppi.-

Per non parlare del fatto che debbo impedire alla Belova di metterci le mani sopra, pensa Natasha, missione facile.

 

A San Pietroburgo, nella sede locale della C.I.A., (nel Consolato americano, ovviamente) un uomo biondo sui 40 anni, elegantemente vestito di scuro sta esaminando dei documenti con aria annoiata quando entra un uomo.

-Cosa c’è adesso?-

-In zona d’operazioni sono appena arrivati Il Guardiano d’Acciaio e la Vedova Nera!-

-Vengono in rinforzo alla gattina di Stalyenko. Come previsto. Grazie, può andare adesso.-

Rimasto solo, l’uomo chiamato Bixby, sogghigna e riflette. Davvero una situazione interessante: le due Vedove Nere costrette collaborare, almeno finché i loro interessi coincidono. Natasha si è fatta convincere da Vazhin, ma è difficile che lui le abbia detto tutto, comunque, non avrebbe molta importanza né il F.S.B.[13] od il G.R.U. o lo S.H.I.E.L.D. se è per questo, riuscirà a mettere le mani sul prototipo, compresi i Bogatyri o come diavolo si chiamano, quei pazzoidi di nostalgici comunisti. È per questo che mi piace lavorare per i servizi segreti pensa, è l’unico settore in cui ti pagano legalmente per comportarti da criminale e stavolta andrà molto meglio che nell’affare Inumani.[14]

 

            Sulla nave, le operazioni di recupero stanno procedendo. I sommozzatori si sono immersi più e più volte e la posizione del sommergibile è stata individuata. Ormai è solo questione di tempo, prima che venga raggiunto il relitto. Il Guardiano osserva corrucciato, immerso in pensieri apparentemente cupi, è Natasha a chiedergli a cosa stia pensando.

-All’equipaggio del Lermontov. Qualche criminale senza scrupoli li ha condannati a morire in fondo al mare solo perché voleva il congegno che trasportavano. Chiunque sia stato deve pagare il male che ha fatto loro ed alle loro famiglie.-

-Hai ragione ed i tuoi pensieri ti fanno onore.- gli risponde Natasha -Senti…stavo riflettendo… se, come sembra, il Lermontov si è inabissato per un sabotaggio, forse chi l’ha fatto non voleva impadronirsi dell’oggetto, (che, detto per inciso, non credo affatto essere solo quello che dice Vazhin) non poteva essere sicuro che non fosse perduto anch’esso…-

-Comincio a capire dove vuoi arrivare...-

-Si, forse non volevano impadronirsene, ma solo impedire che lo avessimo noi…la Russia.-

-E questo spiegherebbe perché hanno ucciso i progettisti, per impedirci di replicarlo!-

-Se è così..- interviene Yelena Belova -…possono essere solo gli americani.-

Natasha annuisce. Sia pure a malincuore, deve ammettere che la sua rivale può aver colto nel segno. Conosce più di una persona nella C.I.A. che non esiterebbe ad usare trucchetti così sporchi.

            Mentre stanno facendo queste riflessioni, un palombaro emerge dalle fredde profondità baltiche, stringendo nel palmo un oggetto non più grande di una comune calcolatrice.

-Questo è l’oggetto che cercavamo.- riferisce l’uomo al comandante.

Natasha ha appena il tempo di vedere Yelena stringere le labbra. Può immaginare benissimo gli ordini datile da Stalyenko: “Portami il prototipo personalmente, non importa come.” Povera cara, non ti passa nemmeno per la mente che il tuo capo possa avere delle motivazioni personali che il Ministero della Difesa ed il G.R.U. stesso non approverebbero, sei un burattino e non lo capisci. Ma anch’io sono un burattino, Vazhin ha fatto appello ai miei istinti più nobili ed alla mia curiosità ed ora non ho scelta nemmeno io. Il corso dei suoi pensieri viene di colpo interrotto, mentre l’oggetto recuperato levita improvvisamente, sfuggendo mano al comandante della nave.

 

Gli sguardi di tutti si puntano verso l’alto dove, all’improvviso, è apparsa una piattaforma levitante con a bordo tre uomini ed una donna. Natasha li riconosce dai files che ha studiato prima di partire. Il più anziano è il capo, il Professor Vladimir Orekhov, un uomo sui cinquant’anni, capelli brizzolati e costume rosso, si fa chiamare Volkh ed ha poteri molto simili a quelli di Mr. Fantastic; Sasha Pokryshki, è un gigante dai capelli biondi, che un bagno di radiazioni ha lasciato con la necessità di indossare un esoscheletro che lo sostenga e con una forza smisurata, il suo nome di battaglia è Svyatagor; Mikula Golubev, o più semplicemente Mikula, anche questo, come per gli altri due, il nome di personaggi di favole russe, capelli scuri e ricci e baffetti, costume violetto, dotato di non ben definiti poteri psionici; ed infine la donna del gruppo: Zvezda Dennista (Stella del mattino), alias Marya Meshkova, bionda capelli corti, inguainata in un costume rosa e bianco, che dalle radiazioni di un’antica meteora siberiana ha ricevuto il potere di generare fiamme dal suo corpo e levitare.

-Noi siamo i Bogatyri! – declama con convinzione il capo, –Gli ultimi campioni dell’Unione Sovietica!-

-Un paese ormai morto come la sua ideologia!- gli ribatte il Guardiano.

-Zitto, traditore del popolo, noi riporteremo la patria al suo antico splendore.-

-Non con quel congegno pazzoide!-

Con gesto rapido, il Guardiano estrae dalla cintura uno dei suoi minidischi, che colpisce Mikula alla fronte allentando, la sua presa telecinetica sul congegno, contemporaneamente, un altro minidisco colpisce il congegno stesso, imprimendogli una traiettoria verso il ponte della nave.

-Natasha afferralo!- grida il Guardiano alla stupita Vedova Nera, mentre i due dischi, uno dopo l’altro, tornano nelle sue mani. Natasha è sbalordita: non ha mai visto una cosa simile, credeva che solo Capitan America fosse capace di simili imprese. Questo Guardiano d’Acciaio è in gamba, sicuro di se ed usa gli stessi dischi che erano in dotazione ad Alexi…smette di pensarci e scatta afferrando il misterioso congegno e, nello stesso momento, anche i Bogatyri passano all’azione. Volkh si allarga a dismisura, sin quasi a coprire l’intero ponte e Natasha lo evita malapena, poi arrivano anche gli altri tre. Con la coda dell’occhio, la Vedova Nera osserva la sua aspirante erede evitare, con agilità, gli assalti di fiamma di Zvezda Dennista e cercare di colpirla a sua volta. Deve ammettere che la ragazza è in gamba e diventerà un’avversaria formidabile, se resterà viva abbastanza a lungo. Il Guardiano affronta Svyatagor che, oltre ai micidiali pugni, spara anche scariche d’energia dai guanti. Senza farsi impressionare dalla mole dell’avversario, il Guardiano lo evita, poi riesce a farlo cadere, lo colpisce ripetutamente, prima che si rialzi. Intanto, Natasha si sente bloccare da una forza quasi irresistibile. Riesce a girarsi e vede Mikula fissarla con intensità.

-Non puoi resistermi.- ordina lui –Dammi il congegno!-

-Eccolo!- ribatte lei e, con uno sforzo della sua indomabile volontà, gli sferra un micidiale pugno con la mano che stringe il prototipo e lo abbatte.

-Non ho mai permesso a nessun uomo di dominarmi. –esclama soddisfatta.

All’improvviso, il pavimento sotto di lei si solleva e lei si ritrova avvolta nelle spire di Volkh.

-Mi dia il congegno Madame Natasha o la giustizierò come la traditrice del popolo sovietico che è!-

-Mai. Guardiano!!-

Il congegno compie un arco dalle mani di Natasha verso il Guardiano, ma una scarica di fuoco di Zvezda Dennista lo blocca, sennonché, immediatamente, Yelena Belova ne intercetta la traiettoria e, con un calcio, lo spedisce verso il guardiano.

Quest’ultimo sorride, mentre due dei suoi avversari lo circondano.

-Daccelo Guardiano!- dice Zvezda Dennista –Non voglio farti del male!-

-E non me ne farai Marya Andreievna Beshkova. Sei ancora in tempo a tirarti fuori da questa storia. Il vostro sogno è una follia.Lascia perdere. Vattene!-

-No, non tradirò il Dottor Volkh!-

-Mi dispiace Marya, davvero!-

 

            Natasha sente Volkh stringerla con forza, tra poco non riuscirà a respirare, sempre che la sua cassa toracica non si spezzi prima. Con uno sforzo che le costa dolore, alza verso il volto di Volkh un braccio e lascia partire un colpo del suo morso di vedova. Il dolore costringe Volkh a mollare la presa e Natasha ricade a terra, senza fiato. Ha a malapena il tempo di sollevare la testa e vedere il Guardiano che si appresta a battersi contro Zvezda Dennista e Svyatagor e Yelena che si appresta a dargli man forte, poi…una forza irresistibile la solleva all’improvviso.

-Brutta cagna traditrice!- sibila la voce di Mikula – Adesso la pagherai!-

Prima di poter reagire, è spinta contro lo scafo d’acciaio ed urta la testa, proprio poco prima di essere spinta fuori bordo. Mentre il gelido abbraccio delle acque del Baltico la accoglie, lotta per non svenire, ma il buio si fa strada in lei e senza poter reagire, scivola sempre più giù, verso un fondo molto lontano, I suoi pensieri corrono verso Ivan, povero caro vecchio Ivan, spero che tu e tuo figlio vi ritroviate, Matt forse io e te avremmo potuto….spiacente Vazhin, ti ho deluso, strano, io deludo solo quelli che amo.

            Poi arriva il buio.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

N° 5

 

GUERRA FREDDA

 

(PARTE SECONDA)

 

 

 LA SPIA VENUTA DAL FREDDO

(Con tante scuse a John Le Carrè)

 

 

1.

 

 

            Il freddo abbraccio del Mar Baltico avvolge la Vedova Nera. La sensazione di freddo la rianima, ma non serve ad aiutarla. Non riesce a connettere e sente che la coscienza la sta abbandonando Non riuscirà a risalire da sola, è tornata in patria solo per morire, che amara ironia che avvenga proprio ora che ha accettato di tornare a lavorare per il suo paese. Mentre gli occhi cominciano a chiudersi le sembra di vedere una figura avvicinarsi a lei, ma è vero o solo un’allucinazione da moribonda?

 

            Sul ponte della nave russa, il Guardiano d’Acciaio non si permette distrazioni vedendo Natasha cadere fuori bordo, deve badare a degli avversari sicuramente tosti. Il gigantesco Svyatagor gli si lancia contro, ma lui non si muove, se non all’ultimo secondo, semplicemente fa lo sgambetto all’avversario che, trascinato dal suo stesso impeto, piomba contro una delle paratie d’acciaio e, quindi, fuoribordo.

Il Guardiano ride e si volge verso Zvezda Dennista.

-Cosa ne pensi Marya? Il tuo compagno ha meno cervello che massa no?-

La ragazza sembra esitare ma il Dr. Volkh ordina:

-Non può batterci tutti da solo, attacchiamolo tutti insieme!-

Buona idea, pensa il Guardiano, se non fossi io la vittima. Ma che simbolo della Russia sarei, se mi lasciassi deprimere da questi dettagli?

 

            Yelena Belova emerge, finalmente, in superficie, trascinandosi dietro un’esanime Natasha. Dopo aver preso un bel respiro la guarda e si accorge che è ancora svenuta.

-Riprenditi maledizione!- esclama –Non ho fatto tutta questa fatica per salvarti, (e sa il cielo perché, visto che la settimana scorsa ti avrei uccisa io stessa) per lasciarti morire così.-

Con una smorfia appoggia le labbra su quelle della sua rivale e comincia a praticarle la respirazione bocca a bocca. Dopo pochi istanti, Natasha comincia a tossire. Pochi attimi e comprende subito la situazione.

-Mi hai salvata Yelena!-

-Già! E non chiedermi perché…ma ora dobbiamo uscire dall’acqua, anche i nostri costumi termici non ci aiuteranno se resteremo a bagno a lungo.-

            È in quel momento che vedono Svyatagor piombare in acqua, sollevando spruzzi che le colpiscono in pieno.

-Il Guardiano l’ha abbattuto!- esclama Yelena con voce sorpresa.

-È, di certo, un combattente in gamba, ma non so se ce la farà da solo. Dobbiamo risalire alla svelta!-

-Sta arrivando una lancia a prenderci!- le dice Yelena

 

Sul ponte, il Guardiano è sotto attacco dei poteri psionici di Mikula Golubev. Dopo un attimo di smarrimento, però, si riprende

-Mi spiace Dr Volkh, ma sono stato addestrato a resistere a simili attacchi, lavaggi del cervello ecc…-

Non dice di non essere sicuro di resistere ad un secondo attacco, ma approfitta dello smarrimento momentaneo dei suoi avversari. Due dei suoi dischi partono, colpendo Mikula e Volkh. Il primo cade stordito, il secondo barcolla. Il Guardiano evita una scarica di fiamma di Zvezda Dennista. La ragazza sarebbe un avversario molto pericoloso, pensa, per fortuna non è così determinata come sembra e se potrà far leva sui suoi dubbi…Il vero pericolo è Volkh, un fanatico determinato, non si fermerà finché non avrà ottenuto quel che vuole o sarà morto. Come odia questo genere di fanatismo politico. Non riesce quasi a credere di essere stato così anche lui un tempo, ma ormai è passata. Può farcela da solo contro uno che metterebbe in crisi anche l’americano Mr. Fantastic? Spera che Yelena Belova ce l’abbia fatta a salvare Natasha, non se lo perdonerebbe se lei fosse morta…a parte il fatto che conosce almeno due persone che non lo perdonerebbero in ogni caso.

 

            Quel che Natasha si appresta a fare non è sicura che sia una mossa molto intelligente, ma non ne vede altre. Un lancio del suo cavo dal polso, l’aggancio alla paratia della nave e poi la risalita, ancora infreddolita e fradicia. Ancor più stupefacente, Yelena Belova la segue, sempre più determinata a dimostrarsi alla sua altezza o superiore a lei. Non può non ammirarla, se solo non fosse così mal diretta. Quando sbucano sul ponte Volkh si sta precipitando sul Guardiano d’Acciaio. Le due Vedove Nere non hanno bisogno di consultarsi, dai bracciali al loro polso destro parte una raffica di “morso della Vedova” e Volkh grida e cade sul ponte

-Brave ragazze! – esclama il Guardiano.

Le due donne si posizionano al suo fianco

-Uno per uno.- dice Natasha, io mi prendo Mikula!-

-Io Zvezda Dennista!- ribatte Yelena

-Molto bene, ORA!-.

Scattano all’unisono, Volkh vede Natasha passargli accanto e piombare su Mikula, un morso di Vedova al petto costringe Zvezda Dennista ad atterrare e Yelena è pronta a saltarle addosso. Volkh è ancora stordito per il doppio morso di Vedova ed il disco del Guardiano gli fa più danno di quanto dovrebbe normalmente.

Natasha è rapida ed efficiente, un calcio sbatte Mikula sul ponte prima che possa reagire con un colpo psionico, intanto Yelena è altrettanto spietata nel colpire Marya Meshkova, prima che possa generare colpi di calore. Mi spiace “compagna”, pensa, anni fa saremmo state dalla stessa parte, ma oggi sei solo una nemica dello Stato ed è mio dovere fermarti.

            Quanto andrebbe avanti la battaglia? Difficile dirlo, ma alla fine, i caccia che pattugliavano la zona rompono gli indugi e cominciano a mitragliare il ponte. Volkh esita, ma, alla fine decide che non vale la pena continuare e da un secco ordine ai suoi associati. Grazie ai suoi straordinari poteri, raggiunge la navicella che staziona ancora sopra la nave ed è intoccata dagli attacchi dei caccia Zvezda Dennista e Mikula lo raggiungono, rispettivamente volando e levitando e, poco dopo, sospinto dai micro razzi della sua armatura, ecco anche Svyatagor. Subito dopo la navicella scompare a velocità molto superire a quella dei caccia.

-Li abbiamo battuti per ora!- dice Yelena

-Si, per ora.- commenta il Guardiano, ma torneranno.-

Lo fanno sempre, pensa Natasha.

 

 

2.

 

 

            San Pietroburgo. Mr. Bixby dalla finestra della sua camera d’albergo, osserva il panorama della città un tempo chiamata Leningrado. Era tutto più facile allora, pensa. Noi contro di loro e nessuno si faceva troppe domande: loro aiutavano Castro e noi aiutavamo Pinochet contro Allende. Noi finanziavamo Somoza e loro i Sandinisti, semplice e diretto. Ora tutto è più sfumato, più indistinto, noi e loro stiamo, più o meno, dalla stessa parte, ma c’è chi non si rassegna al nuovo ordine e così eccolo qui. Un compito semplice: distruggere un certo congegno sperimentale perché i Russi non debbono possederlo. Che importa se, per riuscirci debbono morire 120 marinai innocenti? Ma esistono gli innocenti? Per questo l’hanno affidato a lui: è un lavoro sporco, e lui nei lavori sporchi ci sguazza. Sospira mentre pensa che la presenza di tutti quegli agenti in calzamaglia complicherà le cose. Per fortuna che ha pensato alla giusta contromisura..

 

            Un breve volo in elicottero ed il Guardiano D’Acciaio e le due Vedove Nere sono alla base aerea. Alle due donne viene concessa una stanza per cambiarsi gli abiti ancora bagnati. Yelena Belova protesta per esser costretta a dividerla con Natasha, l’ufficiale che occupa l’alloggio vorrebbe protestare per essere costretto a star fuori, mentre le due donne si spogliano e si rivestono, ma tace sotto lo sguardo severo del comandante.

            Rimaste sole, le due donne si liberano dei costumi, sotto i quali non indossano nulla e dopo essersi ristorate con una doccia calda, indossano due costumi di ricambio. Durante tutto questo periodo Yelena non parla e Natasha rinuncia a dirle qualcosa. Sa che la ragazza la detesta perché la ritiene, comunque, una traditrice della Madre Russia, eppure sa che, in qualche modo, l’ammira. Quanto a lei…deve ammettere che Yelena è in gamba. Un’avversaria già oggi rispettabile. Con un po’ più d’esperienza e meno impulsività, farebbe scintille. Mentre la osserva infilarsi l’attillatissimo costume ed agganciarsi la cintura ed i bracciali, pensa che, se un giorno, decidesse di ritirarsi, Yelena sarebbe un’ottima sostituta, ma, certo, non glielo dirà.

            Quando le due donne escono dalla stanza, trovano ad aspettarle il Guardiano

-Nuovi ordini, signore, dovremo scortare il congegno sino alla sua prossima destinazione. Un aereo ci attende sulla pista.-

-Vuoi dire tutti e tre?-chiede Yelena.

-Il Colonnello Stalyenko ti manda a dire che devi fare il tuo dovere.-

-Capisco.- dice lei, mordendosi il labbro inferiore. -E lo farò.-

            Questo significa che deve tener fede all’ordine di consegnarlo a Stalyenko in persona, costi quel che costi. Vazhin pensa che il vecchio Yuri Sergeievitch Stalyenko abbia i suoi progetti personali sul congegno e probabilmente ha ragione e che lei e Yelena dovranno scontrarsi ancora. Oh beh, ci penserà a tempo debito.

 

            L’auto con i vetri oscurati è, finalmente, arrivata a destinazione. Ivan Ivanovitch Petrovitch si vede scaricare dinanzi ad un’elegante palazzina sulle rive della Moscova, che pochi a Mosca, o in tutta la Russia, se è per questo, potrebbero permettersi. All’interno, in un ampio salone, lo accoglie un uomo alto e robusto, calvo e con una barba nera e fluente.

-Benvenuto nella mia umile dimora Ivan Ivanovitch!- dice allargando le braccia.

-Chiamala umile! –ribatte Ivan –Neanche Breznev aveva una dimora così, ci scommetto. Non sei cambiato affatto Simyon Borisovitch, sei sempre il solito spaccone!-

Simyon Borisovitch Kurazov ride:

-È così che si saluta un vecchio compagno d’armi, brutto testone d’un cosacco?-

-Lascia perdere le chiacchiere Simyon, perché mi fatto portare qui?-

-Come sempre vai dritto al punto vecchio amico. Così mi piace. Come sai, ho fatto strada dai vecchi tempi con l’Armata Rossa. Ora sono un uomo potente, come uno Zar, sono il…come direbbero i tuoi amici americani?-

-Kingpin…Kingpin of Crime!- risponde Ivan in inglese.

-Crimine, che brutta parola. Io mi definisco un imprenditore. Fornisco alla gente servizi che non potrebbe ottenere altrove!-

-Si, la stessa cosa che ama dire un certo grassone di New York!-

-Lo conosco ed è proprio per questo che ti ho chiamato. Io e te ci conosciamo da, quanti anni? Meglio lasciar perdere, servirebbe solo a ricordarmi quanto sono vecchio. Io faccio affari anche in America, non credo che ti sorprenda, Ho molti amici che erano nel vecchio K.G.B. e qualche contatto nelle comunità russe oltremare.  Proprio per questo che ho saputo una notizia interessante per te, per la tua figlioccia Natalia Alianovna Romanova, la Vedova Nera ed un certo suo amico vestito di rosso.-

-Cosa sai di Natasha?-

Te lo dirò Ivan, perché sono tuo amico e tu non mi dovrai niente per questo. Dopo ti chiederò un semplice favore e sarai tu a scegliere se farmelo o no.-

Ivan sospira, mentre l’altro comincia a parlare, sa di essere incastrato, perché, se le informazioni di Kurazov sono davvero importanti, lui sarà in debito e non potrà rifiutare di fargli quel favore, anche se Simyon Borisovitch gli ha detto che non sarà obbligato, ma, dopotutto, lo conosce abbastanza bene da sapere che lo farà lo stesso.

 

            Sono saliti sull’aereo, tutti e tre. Il Guardiano d’Acciaio non può non notare gli sguardi che i militari della base e l’equipaggio dell’aereo lanciano all’indirizzo delle due bellissime donne che l’accompagnano ed un leggero sorriso increspa le sue labbra, mentre osserva la loro reazione agli sguardi maschili: entrambe sono consapevoli del loro fascino, ma Natasha ostenta un’apparente indifferenza, ha sempre saputo dell’effetto che ha sugli uomini, tanto da ritenerla una cosa scontata e questo la sa bene anche lui no?

            L’aereo decolla in direzione est, verso il Pacifico. Il viaggio è silenzioso, mentre i tre sono immersi nelle loro riflessioni, poi all’improvviso… qualcosa colpisce l’aereo. I tre vengono sbalzati dai loro sedili, ma si riprendono subito.

-Cos’è stato?- chiede Yelena.

-Guarda fuori e lo saprai.- ribatte Natasha.

            Intanto, il Guardiano ha raggiunto i piloti e dopo una breve conversazione, aziona l’altoparlante. La voce che eccheggia nell’aereo è secca e spietata:

-Ripeto…Qui è Titanium dei Remont 4 che vi ordina di atterrare immediatamente o mi vedrò costretto ad abbattervi.-

Dal finestrino, la gigantesca sagoma verde spicca minacciosa

-Ora tocca ai Remont 4, ma è così importante quell’affare?- chiede Natasha.

            Un secondo colpo concussivo fa ondeggiare l’aereo.

-Non possiamo far niente da qui dentro!- borbotta stizzita Yelena.

-Aspetta e vedrai!- le risponde il Guardiano.

 

            Proprio mentre Titanium sta per colpire ancora, quello che sembra un mini razzo lo colpisce al fianco… ed ecco comparire la figura volante di Airstrike, uno dei membri corazzati della Guardia d’Inverno.

-Te l’aspettavi!- esclama Natasha.

-Un buon stratega cerca di prevedere le mosse del nemico…- risponde il Guardiano -… e così ho preso le mie contromisure.-

            Dall’interno dell’Aereo, i tre passeggeri non possono udire il dialogo tra i due colossi volanti, ma possono vedere Il loro scontro.  Una vera battaglia aerea le cui evoluzioni lasciano quasi incantati i riluttanti spettatori. Ognuno dei contendenti dispone di armamenti sofisticati. Airstrike è un vero caccia in forma umana, razzi raffiche concussive, tutto serve contro il nemico e la sua mobilità e molto più grande di quella del nemico. Titanium, a sua volta, può sfruttare la sua mole e la sua resistenza e le armi che, in passato, hanno messo in difficoltà lo stesso Iron Man.

-C’è sempre il “compagno” Boris Bullsky dentro quell’armatura?- chiede Natasha al Guardiano, indicando Titanium.

-Per quanto ne sappiamo si. Non abbiamo avuto più sue notizie dopo che si è scontrato con Iron Man qualche tempo fa,[15] ma tutto indica che sia proprio Bullsky.-

 

            Il duello aereo continua. I due uomini in armatura si colpiscono, senza che un chiaro vincitore emerga, poi Titanium cambia, improvvisamente, bersaglio e si dirige verso l’aereo.

-Ci sta venendo addosso!- urla Yelena.

            Un attimo dopo, la massa di Titanium urta il fianco dell’aereo, che perde immediatamente stabilità e comincia a precipitare. Il Guardiano d’Acciaio si precipita verso la Vedova Nera.

-Natasha!- grida –Stai bene principessa?-

-Si! Non preoccuparti stiamo tutte bene per ora, ma non durerà, se piombiamo a terra!-

Il Guardiano non risponde, si precipita nella cabina di pilotaggi,. squarciata dall’impatto con Titanium, che l’ha passata da parte a parte e  dove trova i piloti in stato d’incoscienza. Un rapidissimo esame  e poi, scosta il corpo del comandante, morto, e si mette al suo posto.

-C’è ancora una possibilità!- dice –Conosco questo modello come le mie tasche, forse posso ancora stabilizzarlo.-

            Afferra la cloche e tira, pian piano, l’aereo si rimette in assetto.

Natasha aiuta, intanto, Yelena a rimettersi in piedi.

-Non ho bisogno del tuo aiuto Natalia Alianovna…- le risponde lei -…so cavarmela da sola.-

-Come vuoi!- ribatte Natasha e, senza badarle, raggiunge la cabina del pilota. Il Guardiano d’Acciaio si sta dimostrando un pilota coi fiocchi. Natasha si ricorda che poco prima, nella concitazione, si è rivolto a lei chiamandola “principessa”. Solo due uomini la chiamavano così: uno era Ivan e l’altro…non ha tempo per pensarci, la situazione è seria.

-Sei riuscito a tenerlo in aria!- dice allontanando i suoi pensieri per il più immediato pericolo.

-Per ora, ma dobbiamo atterrare immediatamente…- ribatte lui. -…siamo senza un motore e con uno squarcio lungo l’ala, non reggeremo a lungo. Dobbiamo atterrare immediatamente, ripeto.-

-Pensi di farcela?- chiede Yelena.

-Sono stato addestrato per questo, ma un atterraggio in queste condizioni è sempre un problema.-. Siete delle professioniste, conoscete le procedure in questi casi, vi consiglio di seguirle!-

Natasha guarda verso lo squarcio, poi, solleva dal sedile il secondo pilota, nota che sta ancora respirando, bene, se sopravvivranno sarà curato, altrimenti…non avrà importanza. Si fa aiutare da Yelena e lo mette su un sedile,assicurato con la cintura, poi torna nella cabina e si siede accanto al Guardiano.

-Io rimango con te! – afferma semplicemente,mentre si allaccia la cintura di sicurezza.

-Ed io non posso lasciarti da solo con lei!- aggiunge Yelena.

Il Guardiano sorride.

-Beh se dev’essere il mio ultimo giorno, quale modo migliore di trascorrerlo,se non con due donne belle e coraggiose come voi? Tenetevi forte,perché sarà dura ed in ogni caso è stato un piacere conoscervi!-

 

 

3.

 

 

            San Pietroburgo, in un ufficio isolato del Consolato degli Stati Uniti, l’attesa di Mr. Bixby è finita. Un deciso bussare, una porta che si apre ed un uomo che entra.

-L’Agente F, presumo.-

L’uomo chiamato Agente F si limita ad annuire.

-È stato informato sulla missione?-

-Si!- risponde l’uomo.

-Domande?-

-Una sola: quali limiti avrò?-

-Nessuno. Voglio quel congegno distrutto a qualunque costo. Qualunque cosa debba essere fatta per riuscirci, la faccia. È tutto.-

           

            Mosca. In una tranquilla villetta in periferia, troviamo il capitano dell’Esercito Britannico Trevor Allen-Jones, assistente del Consigliere Militare dell’Ambasciata di Sua Maestà Britannica ed un suo ospite, che conversano tranquilli nel salottino.

-Posso offrirle da bere?- chiede Allen-Jones

-Si grazie, prendo…-

-Cocktail Martini agitato, non mescolato, giusto?-

L’altro sorride:

-Esatto, gusto ereditato da mio padre, credo.-

Allen-Jones gli porge il bicchiere.

-Me l’hanno detto e mi dicono che avete altri punti in comune…-

-Non approfondiamo.- risponde l’altro, sorseggiando il drink –Veniamo al lavoro adesso… -

.Immagino sappia già tutto!-

-Beh C mi ha fornito abbastanza particolari,[16] ma confesso d’essere perplesso. Credevo che noi ed i Russi fossimo dalla stessa parte ormai.-

È il turno di Allen-Jones di sogghignare:

-Diciamo che ci piace essere sempre un passo avanti a loro. Quel congegno in realtà non ci serve. Sono anni che la N.A.T.O. lo ha nel suo arsenale. Fu uno degli ultimi progetti di Anthony Stark nel campo delle armi, alcuni anni fa. All’epoca era, ovviamente, molto più ingombrante e fu anche rubato da uno dei tanti supercriminali americani, per essere recuperato con l’aiuto di uno dei loro supereroi. I nostri cugini americani, con il loro gusto della teatralità, lo chiamarono: Annullatore.[17] Noi lo vogliamo solo per sapere come hanno fatto i Russi a sviluppare una loro versione.-

-Bene, grazie per la lezione. In sintesi, io dovrei…-

-Impadronirvi del prototipo e, se dovesse cadere in mani sbagliate, distruggerlo.-

-Che intende per mani sbagliate?-

-Il gruppo di nostalgici comunisti chiamato Remont 4 ed i loro alleati Bogatyri, ad esempio. Naturalmente dovrà guardarsi dagli agenti speciali Russi che proteggono il congegno, come le due belle, ma letali, donne che si fanno chiamare entrambe Vedova Nera.-

Un sorriso increspa le labbra dell’agente inglese:

-Conosco Natasha Romanov ed ho sentito parlare dell’altra ragazza, sarà un piacere incontrarle.-

-Attento amico, le bellezze russe possono essere fatali.-

-Si, mio padre lo diceva sempre. Beh amico mio, questo rende la missione solo più interessante.-

Così dicendo, Clive Reston termina il suo drink.

 

            Dicono che ogni atterraggio da cui esci vivo sia un buon atterraggio, se è così, nessuno può lamentarsi in questo volo, perché, sono tutti vivi, ancora. Le due Vedove Nere ed il Guardiano d’Acciaio, prendendo con se i due piloti, uno già morto, l’altro gravemente ferito, escono dalla carcassa dell’aereo appena in tempo, un’esplosione lo squassa, distruggendolo subito dopo.

-Tutto bene? – chiede il Guardiano.

-Si certo, grazie a te.- risponde Natasha.

-Sei stato davvero in gamba!- ammette Yelena –Sei un pilota eccellente. Davvero.-

Natasha sorride. Yelena ha, indubbiamente, una notevole ammirazione per il Guardiano e non può biasimarla. Non sa chi ci sia sotto quella maschera. Alcune informazioni dicevano trattarsi di un soldato di nome Josef Petkus, ma potrebbe essere stata un’opera di disinformazione dei servizi segreti del suo paese natio per confondere le acque. Più lo guarda e più si sente inquieta. Quella sua aria di tranquilla sicurezza, la sua autorevolezza, gli ricordano Capitan America, l’eroe americano ad imitazione del quale il Guardiano Rosso fu creato. Per non parlare del suo defunto marito Alexi, in onore del quale assunse il nome di Vedova Nera quando il K.G.B. l’arruolò. Non può essere lui. È morto lo sa, come poteva sopravvivere, ferito a bruciapelo e nel centro di una tremenda eruzione vulcanica? Eppure…l’adozione di un costume simile a quello del Guardiano Rosso, i dischi concussivi ..e poi c’è quell’inquietante sensazione di familiarità, come se lo conoscesse da sempre… la stessa che aveva provato, solo due giorni prima, con Andrei Rostov; possibile che…Il corso dei suoi pensieri è interrotto dall’arrivo dell’androide Vostok che plana dal cielo.

^Buongiorno Guardiano e Vedove Nere^ dice con la sua inquietante voce metallica.

-Ben arrivato Vostok.-. risponde il Guardiano -Notizie della battaglia tra Airstrike e Titanium?-

^Titanium è scappato all’arrivo mio e di fantasma. Airstrike l’aveva già danneggiato. Airstrike sta provando a rintracciarlo, nel frattempo l’Aeronave della Guardia d’Inverno sta arrivando a prelevarvi^

-Grazie Vostok.-

 

Mosca. Nel suo ufficio al Ministero della Difesa, il Colonnello Yuri Stalyenko si sta facendo impaziente. Se riesce ad avere quel prototipo di annullatore potrà usarlo a suo vantaggio. Conosce molta gente: le Mafie di molti paesi, il Governo Cinese e tanti altri che pagherebbero oro per averlo. Pensieri che l’esporrebbero ad un’accusa di tradimento, se provati. Per non parlare del potere che avrebbe all’interno dello stesso G.R.U. e nei confronti di quegli idioti che, alla Duma[18] e fuori, avversano il presente governo. Yelena Belova era perfetta per il compito: convinta, devota, obbedisce senza fare domande, la sua Vedova Nera. L’interferenza del Guardiano d’Acciaio e di quell’impicciona di Natalia Alianovna Romanova non era prevista. Quel dannato Vazhin ed il suo F.S.B.

Stalyenko decide di chiamare Yelena.

-Rapporto, Vedova Nera!-

-Si colonnello Stalyenko. Io, il Guardiano e Romanova siamo alla base aerea di S. Pietroburgo. Presto partiremo di nuovo per la Siberia.

-Dove sono loro adesso?-

-Il Guardiano è dovuto assentarsi per un incontro con la Guardia d’Inverno e Romanova è andata a fare un giro per la base.-

E il prototipo?-

-Al sicuro in un contenitore ermetico in un bunker della base, guardato a vista.-

-Voglio che tu lo prenda e me lo porti qui a Mosca!-

-Ora? Ma è già nelle mani dei nostri militari, dovrei…-

-Niente discussioni, se non vogliono consegnartelo, prendilo con la forza, poi se ne occuperanno i tecnici del G.R.U.-

-Va bene, obbedisco, colonnello!- risponde Yelena non molto convinta.

 

            Natasha sta percorrendo i corridoi della base, quando da un hangar vede uscire una figura nota, ma quasi non riesce a credere ai suoi occhi. Di tutti coloro che si aspettava di vedere in questo posto, lui era proprio l’ultimo. Si avvicina e lo chiama

-Yuri!-

Yuri Ivanovitch Petrovitch si volta a guardarla e la saluta:

-Buongiorno Natasha.- dice semplicemente.

-Cosa fai qui? Ti credevo a Mosca con tuo padre.-

-Ti avevo detto che avevo un impegno di lavoro ricordi? La mia ditta ha un contratto per la revisione dei sistemi elettronici militari e questo è uno dei tanti posti che stavo ispezionando.-

Natasha è perplessa, non sapeva che il Ministero della difesa affidasse ad esterni la revisione dei suoi sistemi. Certo i tempi sono cambiati, ma questo le sembra così poco…russo. Forse la sua è solo diffidenza innata, ma non può fare a meno di ricordare che, un tempo, Yuri cercò di ucciderla assieme ai Campioni e collaborava con Titanium. E se fosse una spia dei Remont 4? Spera che non sia così, è il figlio di Ivan ed a lui si spezzerebbe il cuore. Come se avesse capito Yuri dice:

-Tu non ti fidi di me vero Natasha?-

Yuri io…-

-Non preoccuparti capisco, al tuo posto farei lo stesso. Ho cercato di ucciderti una volta ed anche il mio stesso padre. Perché dovesti credere che sono cambiato? Che il condizionamento del K.G.B. è ormai superato? Non me l’aspetto davvero. Se mai ci riuscirai, ci vorrà tempo, tempo che adesso non ho. Devo salutarti, ma spero che avremo modo di riparlarne prima del tuo ritorno in America. Ci vediamo principessa.-

            Lo vede allontanarsi e vorrebbe richiamarlo. Per dirgli cosa poi? L’ha chiamata principessa, come faceva Ivan, un modo di fare del sarcasmo certo…o magari…no, non può essere possibile!

           

            Yelena Belova è penetrata nel bunker fortificato al centro della base, silenziosa ed efficiente. Nessuno l’ha vista, ne è sicura, nemmeno quell’intrigante Natalia Alianovna, troppo occupata a parlare con quel tizio per notarla. A proposito, chi era? Sembrava un civile, ma aveva un’aria in qualche modo familiare, come se dovesse conoscerlo. Dovrà pensarci più tardi, ora ha una missione da compiere. Francamente non è sicura di capire perché il colonnello Stalyenko ci tenga tanto ad avere quell’aggeggio sul suo tavolo. Non è stupida e pensa che forse voglia usarlo per fare pressione sui grossi calibri, forse vuole la poltrona di Direttore del G.R.U. o, magari, di Ministro della Difesa. Non le interessa, solo portare a termine la missione è importante. Un momento cos’era quello? Gli è sembrato di sentire qualcosa alle spalle, ma non può ess…

Il colpo la raggiunge prima che possa reagire e si ritrova a terra in stato d’incoscienza.

-Sciocca!- si limita a dire l’Agente F, poi ne supera agilmente il corpo e si dirige verso il centro della stanza. Superare i sensori è un gioco da ragazzi per lui, sembra quasi non toccare il pavimento e quando raggiunge la cassaforte, si ferma quasi ad ascoltare una voce udibile solo a lui, poi tocca lo sportello. Le protezioni lo ignorano, quasi come se non esistesse e lo sportello si apre, con un gesto afferra quello che c’è all’interno ed a quel punto che una voce femminile dal timbro tagliente gli dice:

-Io non mi muoverei se fossi in te!-

Al suo collo è puntato il polso destro di Yelena Belova, con il suo micidiale braccialetto.

-Tu sei quella che vuol farsi chiamare Vedova Nera.- dice lui con molta calma.

-Io sono la Vedova Nera!- ribatte Yelena –A questa distanza ed a questa intensità il morso della Vedova è mortale, vuoi provarlo? Pensi sempre che sia sciocca?-

-No di certo, adesso, ma non si può mai sapere.-

In seguito Yelena non sarà capace di dire come lui abbia potuto essere così veloce, sa solo che è riuscito a girarsi prima che lei potesse sparare il suo colpo e le ha fatto perdere l’equilibrio. È stato a quel punto che è scoppiato il caos.

 

 

4.

 

 

            In seguito, quando cercheranno di ricostruire l’episodio, in pochi saranno in grado di stabilire con certezza com’è cominciato, se con l’attacco aereo coordinato di Titanium, l’unicorno e Zvezda Dennista o se con l’invasione guidata da Svyatagor e Mikula che sfondano le recinzioni della base. Quel che è certo è che i superumani nostalgici dell’U.R.S.S. invadono la base e colpiscono dovunque. Il loro obiettivo è chiaro.

            Natasha ha perso di vista Yuri nella confusione, ma non può pensare a lui adesso. Quella gente vuole il prototipo, questo è certo. Lei ha preso un impegno con Vazhin e lo manterrà a tutti i costi. Corre nella luce del tramonto verso il Bunker saltando ogni ostacolo, evitando le scariche d’energia dell’Unicorno e proprio mentre è davanti alla porta, un’atletica figura le piomba addosso, proprio in tempo per farla mancare da una scarica d’energia, che disintegra la porta del bunker.

-Spero tu stai bene Natasha!- dice una voce familiare.

-Guardiano, ma da dove…-

-Non preoccupartene!- risponde lui –A questi ci pensiamo io e la Guardia. Tu hai un altro compito, vai!-

La Vedova non ribatte, entra nel corridoio e segue l’eco di due voci.

 

            Ivan sta ancora riflettendo su quanto gli è accaduto, quando l’auto di Kurazov lo deposita di fronte al suo albergo. Simyon Borisovitch l’ha incastrato, non può negarlo. Se le informazioni che gli ha dato sono corrette, e non ha motivo di dubitarne, conoscendolo, lui non potrà fare a meno di onorare il debito che sente di avere. Non può dire di essere un grande amico di Murdock, ma è una brava persona e Natasha non vorrebbe mai che gli accadesse qualcosa e lui farebbe qualunque cosa per la sua piccola zarina.

            Mentre pensa queste cose, ha raggiunto la sua camera ed è appena entrato che una voce gli si rivolge in tono cordiale:

-Bentornato Ivan Ivanovitch!-

            L’uomo seduto accanto alla finestra è alto un metro e ottantacinque cm. circa, i capelli sono completamente bianchi, per quanto sia anziano, ha sempre un’aria decisa e pericolosa. Ivan fa una faccia stizzita.

-Ti venga un colpo, Yuri Sergeievitch Brevlov!- esclama –Voi uomini dei servizi segreti amate sempre sorprendere la gente. Se volevi parlarmi, non potevi telefonare come fa la gente normale?-

-Ammetto di amare la teatralità, ma non credo di averti fatto paura. Come stai vecchio cosacco?-

-Sei il secondo a chiamarmi così oggi, Yuri Sergeievitch, non mi sento tanto vecchio.-

-Ti riferisci al nostro comune amico Simyon Borisovitch? Non stupirti sarei un povero ex agente del K.G.B. e Direttore della sezione russa dello S.H.I.E.L.D. se non fossi al corrente di certe cose.-

-Sei venuto per salutare o sei qui per servizio?-

-Calmati vecchio compagno.  Diciamo che sono passato per controllare che tutto andasse bene e per rassicurarti.-

-In che senso?-

-Beh il capo della malavita di Mosca richiede una tua visita e stringe uno strano patto con te e questo non poteva non interessarmi, ti pare?-

-Tu sai…-

-Già, ho ancora fedeli informatori in città. Ma passiamo ad altro, pensavo t’interessasse sapere che, a quanto pare, a S. Pietroburgo c’è un po’ di movimento. Ci sono agenti dei servizi segreti di mezzo mondo e tutti alla ricerca di un congegnetto non più grande di una calcolatrice tascabile. Ironico vero? Ma niente paura, la tua Natasha se la sta cavando bene nella missione affidatale da Vazhin e, fossi in te, non mi preoccuperei nemmeno per tuo figlio.-

-Che c’entra lui in questa storia? E che ne sai tu di mio figlio?-

-A parte che ne sono il padrino, vuoi dire? Beh il giovane Yuri è in gamba e qualunque fossero i suoi problemi, ora direi che li ha superati.-

-Bada Yuri Sergeievitch, se tu o Vazhin state usando mio figlio per i vostri sporchi giochetti di spie…-

-Calma i bollenti spiriti Ivan, nessuno usa tuo figlio, non più. Sa quel che fa ormai.-

Brevlov sorride enigmatico, mentre Ivan pondera le sue parole. Così lo S.H.I.E.L.D. ha mandato dei suoi agenti in questa specie di gioco dell’oca. Beh non c’è niente di strano, in fondo.. anzi sarebbe stato strano il contrario. Ma quell’accenno a suo figlio significa forse…no, gliel’avrebbe detto..o no?

 

Natasha corre più forte che può, ora distingue le voci: una è quella di Yelena e l’altra non l’ha mai sentita, è fredda, quasi impersonale.

-Non intendo farti male ragazza, se non mi costringi!-

-Non credere che ti sarà così facile riuscirci amico|-

            Natasha sbuca da dietro un angolo e vede Yelena fronteggiare un uomo rivestito di uno strano costume verde, un tipo familiare, le ci vuole uno sforzo di memoria, ma si ricorda di lui, ne ha letto la scheda nei files dei Vendicatori: si fa chiamare l’Aviatore Notturno, o, altrimenti, l’Uomo Perfetto. Il nome è, forse, stupido, ma Capitan America, che l’affrontò anni fa, riferisce che è efficiente e quasi inarrestabile.[19] Per la verità, aveva detto che era morto, ma questo, ammesso che sia lo stesso uomo, sembra decisamente in buona salute. Si gira a guardarla senza mutare espressione.

-Ah, la letale Madame Natasha!- esclama –Benvenuta tra noi, ma non riuscirete a fermarmi, comunque!-

-Questo lo vedremo!- esclama Yelena lanciandosi sull’avversario.

            L’Aviatore Notturno si limita a spostarsi, quasi senza sforzo, e lo slancio di Yelena la porta proprio contro Natasha. Solo gli straordinari riflessi di quest’ultima le permettono di schivare quello che sarebbe stato un micidiale calcio, diretto alla sua faccia, ma entrambe le donne cadono a terra.

 

            Il perimetro della base è un piccolo inferno I tre membri di Remont 4: Titanium, Unicorno e Volpe di Fuoco ed i Bogatyri, tutti guidati dal leader di quest’ultimo gruppo, il Dr. Volkh, stanno devastando la base, diretti verso il bunker fortificato, mentre i soldati cercano di fermarli sparando ed il Gruppo di supereroi nazionali noto come Guardia d’Inverno: Il Guardiano d’Acciaio, Vostok, Fantasma, Airstrike, Stella Nera. Powersurge, Vanguard, è schierato a difesa. Lo scontro si preannuncia duro, ma c’è chi non se ne cura. Rivestito di una calzamaglia nera antiriflettente, l’agente del MI6 Clive Reston è riuscito a penetrare nel perimetro della base e, approfittando della confusione, raggiunge indisturbato il bunker oggetto dell’attacco. Resterebbe il problema di superare lo sbarramento di tizi in mutandoni, quando il Guardiano d’Acciaio viene assalito da Svyatagor e Stella Nera si distrae per aiutarlo. Un breve varco è tutto quello di cui Reston ha bisogno, s’infila nell’apertura senza essere notato. Si ferma in un angolo a riprendere fiato. Entrare è stato facile, uscirne lo sarà molto meno, ma questo non dovrebbe fermare il migliore agente al servizio segreto di Sua Maestà, giusto? Si dicono tante sciocchezze. Si muove con circospezione, imbracciando la sua fida Walther PKK, pronto a tutto. Dietro l’ultimo angolo, trova due splendide donne, in aderentissime calzamaglie che lasciano poco spazio all’immaginazione, per quel che riguarda le loro curve ed un altro tizio in calzamaglia anche lui, ma, di sicuro, meno attraente.

 

-Per chi lavori Aviatore?- chiede Natasha

-Mi conosci Vedova? Sono favorevolmente impressionato. In questo caso saprai certamente che non ti dirò nulla, eccetto che il mio compito è distruggere il prototipo e chiunque mi si pari davanti.-

            Se non lavora per i russi, allora è un agente di un altro servizio. Può scartare lo S.H.I.EL.D., è sulla loro lista nera, i cinesi forse? Oppure gli americani. Non le sfugge l’ironia dell’attuale situazione. Ha cominciato la sua carriera come superspia sovietica, poi ha fatto lo stesso lavoro per gli americani ed ora eccola lì a cercare di fermare un possibile agente americano dal rubare un segreto militare russo. Il cerchio si chiude. La sua mente registra che, sebbene lei l’abbia apostrofato in inglese, lui le ha risposto in un ottimo russo, senza l’ombra di qualsiasi di accento. Chiunque sia quest’uomo sembra completamente freddo e privo di emozioni. Non importa, deve fermarlo a tutti i costi.

            Se lei e Yelena fossero state sul palcoscenico del Bolshoi, questo sarebbe stato un balletto ottimamente coreografato. Le due Vedove Nere si muovono con grazia, agilità e velocità, ma l'Aviatore Notturno rintuzza i loro attacchi con lo stesso fastidio con cui uno qualunque si sbarazza di una mosca insistente. Una situazione frustrante, pensa Natasha, non può essere davvero un uomo perfetto, deve avere un punto debole, deve.

            Il cosiddetto Uomo Perfetto od Aviatore Notturno o Agente F, chiamatelo come volete, rintuzza ogni attacco come se potesse anticipare le mosse delle avversarie, è chiaro che le due Vedove Nere non stanno venendo a capo di nulla. Clive Reston si chiede se non dovrebbe ignorare lo scontro ed approfittare del momento per impadronirsi del congegno, che giace abbandonato sul pavimento, poi scuote la testa, colpa del suo temperamento romantico, si dice. Prende accuratamente la mira e spara verso la testa dell’Aviatore. Sotto i suoi occhi si svolge una scena che ha dell’incredibile anche per lui, abituato alle prodezze di Shang Chi, che farebbero impallidire Jackie Chan. L’Aviatore muove la testa verso la direzione della pallottola, alza rapidamente un braccio e….Intercetta la pallottola, raccogliendola con le dita, poi la lascia cadere a terra.

 

            Vostok ha notato lo strano aliante che volteggia sopra la base. Si chiede come mai i radar non l’abbiano segnalato. Sente il pulsare dei congegni elettronici. Chiaramente c’è un flusso d’energia che parte da quest’aliante, ma diretto dove? Non ai suoi alleati è certo, nel dubbio meglio usare i suoi poteri di controllo sulle macchine per interromperlo.

 

            Impossibile, pensano all’unisono tutti i presenti, inconsapevolmente. Come ha potuto farlo? La scena è durata un solo istante, poi l’Aviatore si gira verso le sue avversarie, pronto a riprendere il gioco. All’improvviso, si scuote come se una scarica elettrica lo stesse percorrendo, barcolla…. Natasha approfitta dell’attimo e gli sferra un potente calcio alla mascella, subito dopo anche Yelena la imita e l’autoproclamatosi Uomo Perfetto cade a terra. Le due donne lo osservano chiedendosi se è davvero finita, poi si rivolgono alla zona da cui è partito lo sparo. Clive Reston esce allo scoperto puntando loro contro la sua arma.

-Ferme dove siete!- ordina –Non voglio far saltare le vostre graziose testoline, ma lo farò se mi costringete!-

-Clive Reston! Oseresti davvero farlo?- esclama Natasha.

-Mi vuoi mettere alla prova? Il mio governo vuole il prototipo ed io sono intenzionato a prenderlo.-

-Tu e qualche decina d’altre persone, ma questo non significa che ci riuscirai!-

Natasha si muove sinuosa verso destra e nota che Yelena sta facendo altrettanto a sinistra. Reston sposta lo sguardo, alternativamente, dall’una all’altra. Maledizione al mio debole per le belle donne, pensa, se avessi lasciato che quel tipo le stendesse… Si china a raccogliere il prototipo conteso e proprio in quel momento, Natasha spara un morso di vedova e la pistola cade dalle mani di Clive. Prima che possa fare qualunque cosa, lei gli è addosso e lui si ritrova a terra, con le ginocchia di Natasha sul petto ed il suo bracciale puntato alla gola.

-A questa distanza ti farà male Clive, te lo assicuro, quindi molla il maltolto.-

Reston deve confessare se stesso che la vista che gli balla davanti agli occhi l’avrebbe preferita in ben altre circostanze, oh beh, pensa, magari in un altro momento.

            Alle loro spalle, Yelena Belova alza il braccio destro. È il momento buono, pensa, basta stordire Natalia Alianovna ed eliminare la spia inglese, poi il prototipo sarà suo. Chi potrebbe dire qualcosa contro di lei dopo? Romanova è stata una traditrice, dopotutto. Eppure esita, non riesce a decidersi. Sarebbe sorpresa se sapesse che Natasha la sta tenendo d’occhio anche dalla sua posizione, ma le sta lasciando l’opportunità di scelta. Quanto a lungo rimangono in quelle bizzarre posizioni? Un minuto, cinque? Dieci? Nessuno si muove, poi un rumore di passi nel corridoio ed ecco comparire Il Guardiano d’Acciaio con Stella Nera e Fantasma.

-Stai facendo ginnastica Natasha?-

La Vedova ride:

-Ti presento Clive Reston, agente 00 qualcosa del servizio segreto di Sua Maestà!-

-Molto spiritosa!- commenta Reston –Potrei cortesemente alzarmi adesso? Il tuo è un dolce peso Vedova, ma…-

            Natasha si rialza e prende in mano il prototipo.

-Com’è andata la fuori?-

-Abbiamo vinto. Solo Volkh e Zvezda Dennista sono riusciti a fuggire e non credo che li rivedremo tanto presto.-

-Mi sono persa una bella battaglia..-

-Hai combattuto la battaglia più importante e questo conta molto.- dice il Guardiano e porge la mano aperta verso quella di Natasha che tiene il prototipo. -Questo lo prendo in consegna io.- e Natasha lo passa nella sua mano.

            In quell’istante, con un balzo inaspettato, l’Aviatore Notturno scatta in piedi ed abbatte tutti coloro che gli stanno di fronte, quindi, si lancia nel corridoio, scomparendo prima che possano fermarlo, dopo aver fatto cadere il prototipo dalla mano del Guardiano ed averlo fracassato con un colpo di tallone.

-Quel maledetto..- esclama Yelena.

-Lascialo andare ragazza!- le dice il Guardiano –Non credo che riusciresti a fermarlo!-

Clive Reston si è rimesso in piedi e si massaggia gli arti indolenziti.

-Che ne farete di me adesso?- chiede.

-Niente direi!- risponde il Guardiano –Anche se l’arrestassimo, il suo governo otterrebbe la sua liberazione immediata. Il mio governo ci tiene ad avere buoni rapporti con tutta l’Unione Europea. Penso che io ed i miei amici fingeremo di non averla vista e lei potrà andarsene indisturbato. In fondo ormai non ha più niente da fare qui, no?-

Clive osserva i resti del prototipo sul pavimento.

-Giusto, beh noi britannici sappiamo prendere le cose con sportività, in fondo. Arrivederci signori. Quanto alle signore…-

Con un rapido gesto, afferra Yelena per la vita e, attiratala a se, la bacia sulla bocca.

-Come avrebbe detto mio padre.. perché lasciarsi scappare l’occasione?-

Yelena tace, toccandosi le labbra e Natasha ed il Guardiano ridono.

-Ci rivedremo ancora miss Romanov.-

-A sua disposizione Mr. Reston.- ribatte lei.

-Che sbruffone!- commenta Yelena –Se ci riprova io...-

-Lascia perdere, giovane Vedova…- dice il Guardiano -…abbiamo ancora un lavoro da fare.-

-Che lavoro? Quel tipo ha distrutto il prototipo, ormai!-

-Credi?- risponde lui. Nel frattempo, Vostok si avvicina, si concentra una attimo e poi… i pezzi del prototipo cominciano a galleggiare in aria e, ad uno ad uno, si ricompongono perfettamente. Un istante e poi un sommesso ronzio proviene dall’unità prima che Vostok la spenga.

-È di nuovo integro!- esclama Yelena.

-Infatti!  Il nostro Vostok è un androide dalle notevoli abilità, specie con i suoi poteri di manipolazione dei macchinari.-

^Grazie per il riconoscimento Guardiano!^ dice l’androide.

-Dovuto, mio caro amico. Se non altro adesso tutti credono che il prototipo sia distrutto e portarlo al sicuro sarà più facile. L’affido a te amico Vostok.-

^Sarà mia cura farlo arrivare ai nostri laboratori siberiani^ risponde Vostok.

            Addio speranze di impadronirsene, pensa Yelena, beh è stata una bell’avventura in fondo. Il Guardiano l’ha chiamata giovane Vedova, la rispetta dunque e quello spaccone di Reston…se dovesse rivederlo…chissà…

            Mentre parlano, sono usciti all’aperto, dove si sentono ancora spari.

-Che sta succedendo?- chiede Stella Nera.

-Direi che il nostro amico di prima è riuscito a scappare con il suo aliante ipersofisticato. Non mi sorprende. Beh, anche se l’avessimo catturato, ci sarebbe scappato, prima o poi, ne sono certo.-

            Natasha annuisce. Con questi tizi dai superpoteri succede sempre, pensa.

 

 

5.

 

 

            Mosca, due giorni dopo. Nel ristorante del suo Hotel, Natasha sta cenando con Ivan e Yuri. La sola famiglia che abbia mai veramente avuto, finalmente riunita, pensa, almeno fino a che non tornerà negli stati Uniti. Quasi, quasi potrebbe tornare ancora in patria. Erano anni che non pensava alla Russia in questi termini e le dà una piacevole sensazione, sentirsi non più una profuga, ma una Russa. Al loro tavolo si avvicina un gruppetto, che Natasha riconosce immediatamente: il colonnello Vazhin, il maggiore Andrei Nicolaievitch Rostov e (possibile?) Laynia Petrovna, o meglio Laynia Sergeievna Krylovna, per chiamarla col cognome del suo vero padre,[20] la stessa che è anche Stella Nera.

-Buonasera, Ivan Ivanovitch, Natalia Alianovna, Yuri Ivanovitch, forse conoscete i miei compagni…-

Io e Laynia Sergeievna siamo… vecchi amici. – dice rapido Yuri –Sei bella come sempre.-

-Grazie Yuri, anche tu stai bene..credo.-

            Un po’ di disagio, normale, considerato il loro passato da innamorati, una relazione bruscamente interrotta, quando lui venne internato e lei rimase per un po’ negli Stati Uniti.

-Anche tu sei bella come sempre Natasha.- dice Andrei Rostov.

-Grazie Andrei, sei sempre molto galante.Come mai di nuovo a Mosca?-

-Una breve licenza dopo tre giorni intensi. Una missione interessante con nuovi prototipi sperimentali.-

            Sta giocando con lei, alludendo alla missione del Guardiano d’Acciaio o dice la verità? O forse dovrebbe domandarlo a Yuri…

-Ho qualcosa per te e per Ivan Ivanovitch!- dice Vazhin ed estrae qualcosa da una tasca.

-Cosa sono?-

-I vostri passaporti della Federazione amici, congratulazioni, siete cittadini russi, il male che l’U.R.S.S. vi ha fatto non potrà facilmente essere rimediato, ma questo è un primo passo. Il Presidente in persona l’ha ordinato e mi ha anche detto di farvi sapere che vi arriverà un invito ufficiale per una cena al Cremlino.-

Natasha non ammetterebbe di essere commossa e nemmeno Ivan, se è per questo.

-Ne sarò onorata.- risponde lei.

            Un nuovo inizio per la Vedova Nera.

 

 

EPILOGO

 

 

            Yelena Belova non può dirsi del tutto soddisfatta, la missione non è andata del tutto come previsto, ma non è stata un insuccesso, ha dimostrato quel che vale e si è guadagnata il rispetto del Guardiano Rosso ed un giorno o l’altro, lei e Natalia Alianovna Romanova si rivedranno ed allora chiuderanno, in qualche modo, i loro conti.

 

            Natasha non pensa a questo, mentre con indosso nient’altro che due gocce di Chanel n° 5 ed a mala pena coperta dal lenzuolo del letto matrimoniale della sua camera d’albergo, rimette sul comodino la sua communicard dei vendicatori.

-Chi era?- le chiede l’uomo sdraiato accanto a lei.

.Capitan America!- risponde lei –Domani dovrò essere a New York per una riunione speciale d’emergenza di tutti i Vendicatori e non solo. Domattina presto partirò con un’aeronave della Guardia d’Inverno con tutto il loro gruppo.-

-Qualcosa di grosso dunque?-

-Direi. Cap non si preoccupa per delle sciocchezze.-

Guarda il suo partner e sorride.

-Abbiamo ancora molto tempo davanti a noi, comunque, per riprendere il discorso interrotto, non credi?-

-Direi proprio di si!- risponde Clive Reston, poi, dopo che le labbra di Natasha si appiccicano alle sue e sente il corpo di lei premere contro il suo, ogni voglia di parlare gli passa.

            Ecco un finale che mio padre approverebbe, pensa.

           

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

Alcune considerazioni finali. Come avrete, ormai, certamente capito, la mia serie denominata Marvel Knights, diversamente dalla sua omonima della Marvel U.S.A., non tratta di un gruppo ben definito. Personalmente credo che di non gruppi ne basti uno e noi ce l’abbiamo già (e ben fatto, per giunta), pertanto, la serie è impostata in modo semi antologico, con story arcs di lunghezza variabile e personaggi sempre diversi. Ci saranno, certo, personaggi che potremo definire ricorrenti (uno per tutti: la Vedova Nera, personaggio che mi ha sempre affascinato ed ancor di più da quando irruppe nella vita di Devil, altro personaggio che rivedremo di tanto in tanto), ma non in tutti gli episodi. Protagonisti della serie saranno, comunque, di preferenza i personaggi più noir del Marvel Universe, ma non mancheranno anche i personaggi classici. Le storie avranno un taglio non prettamente supereroistico, nei limiti concessi dalla presenza di tipi che vanno in giro con calzamaglie aderenti ed avranno un taglio più “adulto” (No, calmate gli ormoni, non significa che avremo torride scene erotiche ad ogni piè sospinto) delle tradizionali storie Marvel.

            Per quanto riguarda "Guerra fredda" poche considerazioni. M’intrigava scrivere una spy story dove i Russi fossero i buoni e gli americani i cattivi, nonché far venire Natasha a patti con il suo passato di spia sovietica. A questo proposito dovevo fare una scelta di fondo. È ovvio che il passato di Natasha e tutte le storie che riguardano il passato sovietico suo e di Ivan, lette con gli occhi di oggi appaiono irrimediabilmente datate. Di fronte a questa grande contraddizione si potevano fare solo tre cose, ignorarla, spiegarla, accettarla. Io ho scelto la terza opzione: Natasha è stata una spia sovietica e se questo cozza col fatto che nella cronologia del Marvel Universe la maggior parte delle sue avventure debbono essere avvenute meno di dieci anni prima del tempo presente, quando ormai non solo il regime comunista, ma la stessa U.R.S.S. non esistevano più, beh mi dispiace, ma di porre quelle storie nel dimenticatoio proprio non me la sono sentita

Sui personaggi c’è poco da dire, dal momento che si presentano esaurientemente nel corso della storia.Poche parole sul Guardiano d’Acciaio, equivalente Russo di Capitan America. Sino alla caduta dell’U.R.S.S. il suo nome era Guardiano Rosso. Di Guardiano Rosso ce n’è stato più d’uno nel corso degli anni: uno è stato attivo dal 1941 almeno sino all’inizio degli anni ’50 (non è chiaro quando si sia ritirato) ed il suo vero nome non è mai stato rivelato finora; un altro (il secondo o ce ne sono stati altri prima di lui ?) fu il pluricitato Alexi Alanovitch Shostakov, marito della Vedova Nera. Mentre lui fu fatto credere morto ed assunse l’identità mascherata del Guardiano, lei, inconsapevole del fatto che lui fosse vivo, fu arruolata nel K.G.B. Il resto è storia. Coinvolto in un progetto segreto sino-sovietico (l’affare Psicotron, ricordate questo nome, lo risentirete.) Si ribellò al condizionamento dei suoi capi e contribuì alla distruzione del complesso segreto situato sulla cima di un vulcano spento. Fu l’ultima volta che lo vedemmo, gravemente ferito, mentre l’intero complesso veniva spazzato via dalla furia del vulcano risvegliatosi. Capitan America ebbe pensieri di elogio per lui: “Era un uomo coraggioso, disposto a morire per i suoi ideali come io per i miei”.  Ci fu un terzo Guardiano Rosso, o meglio Guardiana, la dottoressa Tanya Belinsky (o meglio, nella giusta dizione russa: Belinskaya), indipendente che poi finì coinvolta in varie avventure dei Difensori e di Hulk (Oggi meglio nota come Starlight). Un altro Guardiano Rosso apparve, infine, in Captain America #351 (Capitan America & i Vendicatori #77) ed è quest’ultimo che dopo la fine dell’U.R.S.S. dovrebbe aver cambiato nome in Guardiano d’Acciaio. Per quanto ne so il suo nome è tutt’ora sconosciuto e così la sua storia.

            A proposito, vi siete resi conto che vi ho presentato ben tre indiziati per il ruolo di Guardiano d’Acciaio? Chissà, magari, un giorno o l’altro, ne saprete di più.

            Le conseguenze del messaggio di Capitan America sono state chiarite in “La Guerra dei Mondi #1, prossima apparizione della Vedova Nera classica e della Guardia d’Inverno, dopo questa storia.

Delusi per la scarsa partecipazione della Guardia d’Inverno e per non esservi goduti la sua battaglia contro i Remont 4 ed i Bogatyri? Potere godervi un exploit dei nostri super eroi russi nello speciale: “La Guerra Dei Mondi: La Guardia d’Inverno”, dove appare anche la bella Yelena Belova.

Il mistero dell’agente F, alias Aviatore Notturno (Night Flyer), alias Uomo Perfetto verrà esplorato nella serie di capitan America, scritta dal qui presente.

Gli eventi legati alle informazioni fornite da Simyon Borisovitch Kurazov ad Ivan sono, invece, stati esplorati nella serie di Devil.

Ed ora, pronti ad una intrigante avventura in cui Ivan, per ripagare il debito con Simyon Kurazov, sceglie di farsi aiutare da Luke Cage e Misty Knight. Ma cosa c’entra questo con la Pantera Nera e con il mistero di un’antica tavoletta d’argilla? Continuate a leggere e lo saprete.

 

 

Carlo

 

 

N° 6

 

LA PIETRA DELLA VITA

 

(PARTE PRIMA)

 

 

 SEGRETI DIMENTICATI

 

 

1.

 

 

            Luke Cage entra nel lussuoso grattacielo di Park Avenue senza badare all’occhiata di disapprovazione del Portiere. Sa bene che il suo abbigliamento non si adatta allo stile del luogo, ma non è tipo da curarsene. Mentre l’ascensore lo porta verso l’attico, non può fare a meno di chiedersi cosa voglia da lui l’uomo che l’ha chiamato. Per quel poco che sa di lui, non gli era sembrato il tipo che ha bisogno dei servizi di un detective privato della 42° strada, ma non si può mai sapere, dopotutto.

            Sta ancora chiedendosi cosa c’è sotto, quando l’ascensore si apre direttamente nell’atrio di un lussuoso appartamento, abbastanza grande da contenere comodamente tre uffici come il suo.

-Benvenuto Mr. Cage.- gli dice una voce in perfetto inglese, sia pure con evidente accento russo. L’uomo che ha parlato è in piedi accanto ad un camino, è alto circa un metro e 85, i capelli ed i folti baffi grigi; potrebbe avere 60 anni, ma ha l’aria di uno con cui non è piacevole aver a che fare. Indossa un semplice pullover a collo alto ed un paio di pantaloni sportivi.

-Il mio nome è Ivan Ivanovitch Petrovitch, ma già lo sa, come immagino, conosca la sua collega..-

. La donna di colore in piedi accanto alla finestra fa una smorfia all’indirizzo di Luke e dice:

-Ciao Luke!-

-Misty Knight!- esclama lui. -È sempre un piacere vederti sorella! E così, mister Ivan ha chiamato anche te, ma perché? Che c’è sotto?-

-Un attimo di pazienza, signori.- interviene Ivan -Credo che stia arrivando l’ultimo ospite.-

Il ronzio, appena percettibile,e delle porte dell’ascensore che si aprono, fa voltare Luke in tempo per veder entrare un uomo ben vestito, dell’apparente età di 30 anni. Un tipo che sa il fatto suo, pensa Luke, con una sola occhiata distratta ha squadrato l’intera stanza, come per rendersi conto del terreno di gioco. Il vestito è tagliato perfettamente, ma l’occhio allenato di Misty Knight le permette di indovinare la presenza di una pistola in una fondina ascellare.

-Luke Cage, Misty Knight, vi presento l’ultimo membro del nostro cast: Rick Mason!-

.Vi conosco di fama.- dice quietamente Mason –L’Eroe a Pagamento, ex galeotto, che ha acquisito i suoi poteri con un esperimento azzardato in prigione e l’ex poliziotta dal braccio bionico e dal carattere duro come l’acciaio.-

-Anche più dura se occorre.- ribatte Misty.

-Sai molte cose di noi, amico..- dice Cage -…ma io, almeno, non ti conosco, Qual è la tua specialità?-

-Cacciarmi nei guai ed uscirne vivo.- risponde Mason, poi, con naturalezza si siede in una poltrona.

Luke fa un sogghigno, mentre Ivan comincia a parlare:

-Un mio, diciamo, vecchio amico, ha acquistato da un museo cittadino un’antica tavoletta di creta che Ha intenzione di portare a Mosca. Il valore di quella tavoletta è tale, che in molti ucciderebbero per averla e c’è bisogno di protezione per essa e per lo studioso che l’accompagnerà in Russia.-

-Da non credere.- commenta Luke –Pensavo che solo le vecchie mummie dei musei avessero interesse per queste cose.-

-Ho sentito parlare di quella tavoletta.- commenta Misty –Se è quella che dico io un sacco di supercriminali, e perfino Kingpin e Silvermane stessi, si esposero personalmente per metterci sopra le mani.-

-Sul serio? E che segreti può mai nascondere?-

-Saresti sorpreso di saperlo.- interviene Mason.

-Tu invece ne sei al corrente amico?-

-Si dice che sulla tavoletta sia incisa una formula vecchia di millenni che garantirebbe l’eterna giovinezza o qualcosa di simile.-

-Oh Dolce Natale!- esclama Cage –Sembra un racconto di Conan!-

-Complimenti per la cultura amico –Replica Mason –Sta di fatto che almeno Silvermane ci credeva, o non ti sei mai chiesto come mai uno che, fino a pochi anni fa, aveva un piede nella tomba, è poi ricomparso come un baldo cinquantenne o giù di li?-

-Non hai torto, accidenti!-

-Quello che voglio sapere io…- interviene Misty -…è perché proprio noi?-

            L’espressione di Ivan non cambia mentre risponde:

-Perché siete qualificati per il lavoro. Possiamo dire che siete esperti in sicurezza ed avete avuto più di un’esperienza con avversari superumani. Siete tutti professionisti e riceverete un adeguato compenso per i vostri servizi.-

-Già, il compenso…- dice Cage -…devo ammettere che il motivo per cui sono qui è la somma che mi hai detto al telefono, per quella somma ti scorto il tuo amico in Russia a piedi.-

-Non sarà necessario Cage, il mio…committente ha provveduto a tutto. -

-Bene, dove troviamo quel tipo che dovremmo proteggere e la sua tavoletta?-

-Louis Wilson, questo è il suo nome, alloggia attualmente in una suite del Waldorf Astoria, in attesa della consegna della tavoletta, che avverrà oggi pomeriggio.-

-E noi dovremmo esserci per quell’ora, giusto?- chiede Luke.

-Solo tu e Miss Knight.-

-E il bel tenebroso là?- chiede ancora Luke indicando Rick Mason.

-I compiti di Mister Mason saranno diversi, lo potremmo definire un compito di copertura, ma vi consiglio i non sottovalutarlo.-

-Come dici tu amico!- Su, vieni Misty, credo sia ora di darci una mossa.-

 

            I due investigatori sono appena usciti, che Rick Mason si muove a sua volta.

-Immagino di dover andare anch’io. –dice –Non ha detto molto ai miei colleghi, forse temeva che avrebbero rifiutato, se avessero saputo di lavorare per l’indiscusso zar della mafia di Mosca? O, forse, nemmeno lei sa tutto quel che c’è da sapere sulla tavoletta?-

-So l’unica cosa che m’interessa, che mi è stato chiesto di proteggerla e che deve essere protetto lo studioso in grado di decifrarla. Devo un favore all’uomo che me l’ha chiesto e non m’interessa altro.-

-L’ignoranza può essere una benedizione a volte, vero?-

-Si, a volte.Lei dovrebbe saperlo, vero Mason?-

L’altro annuisce, poi lascia l’appartamento.

            Ivan sospira. Per fortuna Natasha è a Londra con quel Clive Reston e non può vederlo alle prese con questa manica di matti. Perché ha scelto proprio loro? Che domande! Perché sono in gamba e perché per il lavoro sono più adatti di qualunque vigilante in costume. Doveva chiederlo a Devil od all’Uomo Ragno? Non avrebbe funzionato. No, per un lavoro come quello, quei tre sono l’ideale e lo porteranno a buon fine.

 

 

2.

 

 

            Meno di mezz’ora dopo, Luke Cage e Misty Knight sono al Waldorf Astoria Hotel. Ancora una volta, Luke osserva divertito lo sguardo dell’addetto alla reception, mentre lui e Misty prendono l’ascensore per il 20° piano. La prossima volta, pensa sogghignando, tirerò il vestito buono fuori dall’armadio…oops non c’è alcun vestito buono.

I due investigatori, escono dall’ascensore e percorrono il corridoio che porta alla camera 2024, ma, proprio quando sono alla sua altezza, sentono dei rumori provenire dall’interno ed un grido soffocato. Mentre Misty estrae la pistola, Luke non perde tempo e sfonda la porta. All’interno, tre uomini mascherati, che indossano lunghe tuniche nere e dei turbanti, hanno appena abbattuto un uomo. Non appena vedono Luke gli si buttano addosso gridando:

-Morte all’infedele!-

-Ma per carità!- esclama Luke –Risparmiatemi questa scemenza da mille e una notte.-

            Mentre parla così, uno dei tre gli spara, ma i proiettili rimbalzano sulla sua pelle invulnerabile e lui non fa fatica a sbarazzarsi di due di loro, mentre Misty abbatte il terzo.

            Forse è il sesto senso affinato da anni di vita nella giungla d’asfalto, che gli fa percepire una presenza alle sue spalle e lo spinge a voltarsi, proprio mentre Misty grida:

-Attento Luke!-

            Il calcio lo prende in pieno volto e lo sbatte a terra, come se fosse una marionetta. Luke, esterrefatto, osserva il suo nuovo avversario. Un uomo muscoloso, completamente avvolto in un aderente costume totalmente nero che lascia scoperti solo gli occhi.

-Non sfidare la Tigre Nera!- dice, semplicemente, con una voce cupa.

-Tigre Nera? Ehi, mi ricordo di te.- esclama Luke –Abbiamo avuto a che fare coi tuoi seguaci, Iron Fist ed io, un bel po’ di tempo fa.-[21]

-Fermo dove sei!- gli intima Misty, ma l’altro avanza verso Luke, senza darsi pensiero –Fai un altro passo e dovrò spararti!- continua Misty.

-Fa quel che devi donna!- ribatte l’altro senza fermarsi Io farò quel che devo fare!-

                Luke è in piedi adesso e fronteggia l’avversario. L’uomo non è più robusto di lui, ma è notevolmente più veloce, Cage non riesce a mettere a segno un colpo, mentre il suo avversario lo colpisce con mani e piedi. Misty rompe gli indugi e spara, ma l’altro si muove velocissimo ed il proiettile non lo colpisce, mentre lui le piomba addosso e le sferra un colpo con il taglio della mano, abbattendola.

-Hai fatto del tuo meglio, ma non avevi speranze contro di me!- dice.

 

            Quando Luke si risveglia, è tutto finito.

-Se ne sono andati eh?- chiede.

-Si- risponde una Misty dall’aria cupa –Ci ha conciati ben bene. Che belle guardie del corpo che siamo.-

-Non te la prendere, una sconfitta capita a tutti, prima o poi. Certo, se becco quel tipo in nero, lo renderò violetto dai lividi che gli farò. Come sta il nostro uomo?-

-Il dottor Wilson? Bene credo.-

-Solo una botta in testa…-, dice questi, un uomo stempiato con gli occhiali -…non è la prima volta che mi capita.-

-Nemmeno a me, se è per questo.- ribatte Luke –E quella tavoletta? –

-Rubata! Si sono sbarazzati delle guardie di sicurezza senza problemi…ed anche di voi a dire il vero.-

-Non me lo ricordi. Piuttosto ora dovremo ritrovarli. Non mi piace lasciare un incarico a metà.-

-E da dove conti di cominciare?-

-Da un uomo che può darci informazioni. Una nostra vecchia conoscenza: Abe Brown.-

 

            Fuori dall’albergo, Rick Mason, al volante della sua Ford, s’immette nel traffico verso una precisa destinazione.

 

            Molto più ad est, nella vecchia Europa e precisamente a Londra, ritroviamo due vecchie conoscenze: la superspia e supereroina part time Natasha Romanova, nota anche col nome di Vedova Nera e l’agente segreto britannico Clive Reston, che escono da un teatro.

-Allora cosa mi dici dello spettacolo Clive?- chiede Natasha.

Francamente, non sono mai stato un fan del balletto, mia cara.- risponde l’altro.

-Ti credevo un uomo dai gusti raffinati.-

-E lo sono, infatti. Non ho detto di non averlo apprezzato.-

Ho ballato il lago dei cigni, sai? Facevo parte del corpo di ballo del Bolshoj, Avevo 15 anni, il giorno del saggio finale del mio corso.  Una delle poche volte che mi sono esibita in pubblico.-

-Perché non continuasti?-

-C’erano gli studi, poi…mi sposai…ed infine fui arruolata nel K.G.B. e divenni la Vedova Nera.-

-Hai mai nostalgia di quei tempi?-

-Non saprei. Certo ero un burattino dello Stato e rischiavo la vita o la libertà continuamente, ma non posso negare che fosse eccitante in un certo senso.-

-Ti capisco, è il motivo per cui sono tornato in servizio attivo. Quello e la promessa di un titolo di Cavaliere o Baronetto prima della pensione.-

-Sempre la maschera del cinico eh Clive?-

-Come te mia cara.-

 

            Poco lontano da lì, due persone li stanno osservando. Uno è un cinese, alto circa un metro e sessantacinque, capelli cortissimi, baffi alla mongola, sui 40 anni circa; l’altro è un bianco dai capelli grigio ferro e due radi baffetti, sui 45 anni.

-Eccola! La cagna responsabile della morte di mio fratello.- borbotta il cinese nella sua lingua.

-Calmo amico mio!- gli ribatte l’altro, con un marcato accento russo –Abbiamo aspettato per tanti anni ed ora possiamo avere pazienza per un altro po’. Il momento non è ancora arrivato.-

-Parli bene tu, ma io ho atteso anche troppo. Solo ora sono riuscito a lasciare la Cina e non voglio aspettare di più.-

-Verrà il nostro momento Ling, ma non adesso, la Vedova Nera avrà la nostra vendetta contaci.-

 

            Natasha si sente a disagio, ha già sentito una sensazione simile prima. Qualcuno la sta osservando? Con la coda dell’occhio getta un’occhiata intorno, ma non vede nulla. Chissà…forse sta solo diventando paranoica. Clive Reston non dice niente, ma anche lui ha provato la medesima sensazione. È un agente segreto da troppo tempo per non conoscerla, ma, qualunque cosa fosse, ora è finita, almeno per il momento, ma sarà meglio stare in guardia.

 

 

3.

 

 

            Abe Brown vede arrivare Luke Cage E Misty Knight nella sua palestra con vero piacere.

-Cosa posso fare per voi, fratelli?- chiede.

Luke non perde tempo in convenevoli:

-Raccontaci la storia della Tigre Nera.- chiede

            Abe stringe i denti, quel nome evoca brutti ricordi per lui. 

-Che ne sapete voi?- ribatte.

-Che quel tipo ci ha dato una bella battuta e se n’è andato con una preziosa tavoletta di creta che eravamo stati incaricati di proteggere.- risponde Misty –Ora, io ricordo che tu sei stato coinvolto con questo tizio, anzi eri accusato di essere lui.-

-Io sono stato lui!- ribatte Abe –Pare che la Tigre Nera sia lo spirito della nazione del Murtakesh, un piccolo stato del Golfo Persico. Non so come funziona, ma colui che è scelto per indossare il sacro costume della Tigre Nera diventa la Tigre Nera, l’incarnazione vivente di quest’entità. La sua forza, i riflessi, tutte le sue abilità sono misticamente aumentati a livelli superumani. Anni fa c’era chi avrebbe ucciso per avere quel costume e lo fece. Provocarono un disastro aereo ed i soli due superstiti fummo io ed un certo Mole.[22] Fummo ritrovati da una tribù del Murtakesh, che organizzò uno scontro tra noi due, per decidere chi avrebbe indossato il costume. Vinsi io e mi ritrovai a capo di una guerra contro il governo del Murtakesh e la nazione di Halwan. L’ultima volta che vidi La Tigre Nera era impersonata da una ragazza di nome Brillalae.[23] Ma perché te lo sto a dire? Tu c’eri, fratello, almeno alla parte finale.-

-Certo, ma tu ne sai più di me su di loro ed io voglio ritrovarli, prima che spariscano con la valigetta.-

-Beh c’è un posto dove andare a cercare informazioni, se non vi spaventa violare un pò di leggi internazionali.- dice Brown

-Parli di quello che credo io?- chiede con un sorrisetto Misty?

-Certo. Il Consolato del Murtakesh o la loro Missione all’O.N.U.-

-Ah mi piace, ragazzi!- esclama Cage –Mi piace davvero.-

 

            L’addetto militare del Consolato del Murtakesh sta ritornando verso la sede diplomatica, dopo una breve pausa. C’è un vantaggio, pensa, a trovarsi nell’infedele occidente: qui può permettersi ogni tanto qualche piccola trasgressione alla legge coranica, senza rischiare la vita o qualche parte del corpo. Dopotutto, una birra ogni tanto che male può fare? Basta che non lo sappiano I suoi superiori, no?

            È ancora immerso in questi pensieri, uscendo dal pub per la porta secondaria, quando un braccio si stringe intorno al suo collo e, prima di abbozzare una qualunque reazione, si ritrova spinto nel vicino vicolo e la lama di un corto pugnale gli punge la gola, mentre una voce a lui nota sussurra.

-Salve Tariq. Da quanto tempo non ci si vede eh?-

-Ma…Mason, cosa vuoi da me?-

-Sapevo che non mi avevi dimenticato.- ribatte Rick Mason –Qualcuno ha mandato la Tigre Nera a rubare un’antica tavoletta ad uno studioso americano ed io voglio sapere chi e perché e voglio anche sapere chi è la nuova Tigre Nera.-

-Sei pazzo? Io non ti dirò niente e non serve che mi minacci di morte lo sai!-

Oh lo so che sei coraggioso, ma lo sarai anche dopo che il Tuo governo avrà ricevuto certe fotografie particolari? Sai di che parlo vero? Ho sentito dire che le autorità religiose del tuo paese sono molto severe su certe trasgressioni!-

-Non oserai!-

-Vuoi scommettere?-

            Il colonnello Ahmad Tariq suda nervosamente, poi:

-Io non so niente, è un operazione gestita direttamente dallo Sceicco Hassan, io so solo che quella tavoletta è la chiave di un grande potere e che lo Sceicco lo vuole. Non so chi indossa il costume, non so altro.-

-E dov’è ora la Tigre nera?-

-Al consolato, credo, si appresta a partire.-

-Non credo che lo farà tanto facilmente. Grazie Tariq!-

Così dicendo, Mason gli spruzza in faccia qualcosa con un nebulizzatore e l’altro si addormenta immediatamente.

-Dormi bene, amico mio, io intanto farò il mio lavoro.-

 

            Nella residenza dell’uomo chiamato Silvermane, l’uomo chiamato Joseph Manfredi attende con ansia. Per giorni ha osservato quello che avveniva in quella specie d’incubatrice. Non poteva credere a quello che suo padre aveva deciso di fare, dopo aver accettato che quella tavoletta fosse venduta a Kurazov, ma, a quanto pare, aveva ragione lui. Dopo aver bevuto il preparato, il vecchio Silvio Manfredi, meglio noto come Silvermane, si era letteralmente dissolto in pochi minuti e poi, l’embrione che era diventato aveva cominciato, spontaneamente, a suddividersi ed a crescere, un nuovo Silvermane stava letteralmente rinascendo ed ora….il processo era completo. L’incubatrice a grandezza di adulto, un piccolo gioiellino, ”acquisito” nei laboratori di un certo professor Miles Warren, si apre e ne esce un Silvermane, che non dimostra più di cinquant’anni.

-È fatta. Dice –Finalmente sono libero da quell’odioso corpo cyborg. Peccato che il processo non possa essere ripetuto più di una volta, ma dovrò accontentarmi. L’importante è che ora Silvermane è tornato sano ed attivo. Ora, figlio mio, sistemeremo i nostri nemici.-[24]

 

            Nella camera d’albergo di Louis Wilson, è appena arrivato Abe Brown, che ha indossato la sua classica tenuta da Figlio della Tigre.

-Pronti amici?-  chiede.

-Sempre!- ribatte Luke Cage, mentre Misty Knight si limita ad armare la sua pistola.

-Prima di partire Mr. Wilson…- dice la donna -…io credo che dovrebbe dirci tutto di quella tavoletta. Perché è così importante? Di quale grande potere custodirebbe il segreto?-

            Wilson respira a fondo e poi comincia a raccontare:

-Ho sentito parlare della tavoletta oltre dieci anni fa. Non se ne parlava su testi ufficiali, si diceva che fosse stata scritta molto prima della storia ufficiale, che provenisse dall’antica Atlantide.-

-Atlantide, il regno di Sub Mariner?-

-No, non l’impero sottomarino.- risponde Wilson –La mitica Atlantide, il continente scomparso. Un reperto vecchio di 20.000 anni, con incisa la formula creata dagli scienziati stregoni del continente scomparso, la formula capace di ringiovanire i tessuti umani. La formula fu decifrata dal Professor Curtis Connors con il mio aiuto, ma era troppo pericolosa ed instabile. Silvermane stesso non ha osato usarla più di due volte e poi l’ha ceduta al mio attuale datore di lavoro. Durante gli ultimi anni ho…avuto tempo di studiare le informazioni sulla tavoletta e c’è chi crede che la formula possa fare molto di più, che sia la chiave per il potere assoluto. L’uomo che ha comprato la tavoletta mi avrebbe fornito i fondi  necessari per continuare a studiarla e cercare di scoprirne l’ultimo segreto.-

-Sembra l’incrocio tra un racconto di Stephen King ed uno di Robert E. Howard.- commenta Misty -Devo pensare che quei tizi del Murtakesh hanno le stesse intenzioni e questo è più che sufficiente  per volerli fermare. Bene, andiamo ad invadere il Consolato.-

 

            Consolato del Murtakesh. L’uomo con il caratteristico copricapo arabo è lo Sceicco Hassan, membro della Casa Reale del Murtakesh e la donna accanto a lui, Abe Brown la riconoscerebbe subito: la bella Brillalae. che già una volta lo trascinò negli affari del Murtakesh e della Tigre Nera.

-Mia cara Brillalae.- dice lo Sceicco –I miei piani sono giunti a buon punto ormai. Grazie alla tavoletta, avrò presto il potere assoluto.-

-Non t’importa niente del Murtakesh, ma solo di te stesso.- ribatte Brillalae.

-Di quel che vuoi, sciocca femmina, non ha importanza. Solo i segreti di questo pezzo di creta ne hanno. Segreti che presto conoscerò.-

-Hai corrotto il potere della Tigre nera, nulla di buono ti verrà da questo.-

-La Tigre Nera è l’incarnazione della forza del Murtakesh ed io sono e sarò il Murtakesh, quindi nulla può essere più giusto.-

            È pazzo, pensa Brillalae, come si potrà fermarlo adesso?

 

 

4.

 

 

            Il magazzino ha solo una porticina seminascosta, ma Rick Mason vi entra senza problemi. All’interno, un uomo molto anziano, col viso adunco e segnato da ragnatele di rughe.

-Ah sei tu!- esclama vedendo Rick –Immagino ti serva qualcosa.-

-Esatto!- risponde Mason -Immagino che tu abbia un congegno in grado di eludere i dispositivi di sicurezza di una sede diplomatica, tipo: il Consolato del Murtakesh.-

-Umf, un gioco da ragazzi. Tieni.-

            Così dicendo, gli porge un congegno, che somiglia ad una specie di radio.

I compagni di Rick Mason sono stupefatti, hanno riconosciuto il vecchio, il leggendario Riparatore, l’uomo che progetta superarmi per supercriminali. Mason prende il congegno e saluta il vecchio.

-La prossima volta che passi a salutarmi, vieni da solo.- dice quest’utimo –Io e questi benefattori in costume non siamo esattamente in buoni rapporti.-

-Tranquillo vecchio, non hanno interesse per te stavolta.-

-Lo fai apposta a mettermi in imbarazzo, lo so.-

-Non ho il tuo senso dell’umorismo papà.- Ribatte Mason sogghignando ed esce.

            Appena fuori Luke esclama:

-Papà? Vuol dire che sei…-

-Beh così pare, ora, se non ti spiace, non parlo mai dei miei affari privati.-

-Ok! È anche la mia regola, dopotutto.-

-Farsi gli affari propri è una regola d’oro a Harlem e nel Bronx.- interviene Abe –Bene, andiamo?-

 

            Meno di mezz’ora dopo, sono di fronte alle mura del Consolato del Murtakesh, ognuno immerso nei suoi pensieri. Luke si chiede se non avrebbe dovuto chiamare il suo vecchio compagno Iron Fist, ma no, questo è un lavoro suo e vuole andare fino in fondo. Anche Misty Knight sta pensando a Danny Rand, ma per altri motivi. Ultimamente la loro relazione sembra essere diventata un po’ troppo scontata ed a lei questo non piace molto. Vorrebbe anche avere Colleen Wing al suo fianco, ma la sua socia aveva altre idee in testa[25] e lei non ha insistito. Abe Brown ricorda la prima volta che sentì parlare della Tigre Nera, i morti che causò la lotta per il possesso di quel costume e la ragazza…..Avrebbe dovuto chiamare Lotus e Lin Sun o magari anche Bob Diamond? No, se la caverà da solo stavolta e di certo non coinvolgerà il suo fratello minore Hobie, ha già abbastanza preoccupazioni in questi giorni.[26] Cosa pensi Rick Mason riguarda solo lui. Mason estrae il congegno datogli dal Riparatore. Lo accende ed attende…poi…

-Ecco fatto, tutti gli allarmi sono spenti ed ora seguitemi.-

Tira fuori una fune che aggancia al muro e prende ad arrampicarsi seguito da Misty, mentre, con solo balzo, Luke supera il muro, seguito da Abe che, con un salto, si arrampica al bordo del muro e si proietta dall’altra parte.

Senza che se ne accorgano, qualcuno ha seguito le loro mosse ed ora scivola non visto alle loro spalle.

-Presto!- ordina Mason –Tra poco ci scopriranno, dobbiamo essere rapidi.-

            Mason ha ragione, ecco spuntare le Guardie Nere del Murtakesh, gli stessi, o, comunque, dello stesso gruppo di quelli con cui Luke e Misty si sono battuti al Waldorf Astoria. Sconfiggerli è facile per i quattro, ciascuno nel loro modo poi, all’improvviso…

-Vi avevo avvertito di non immischiarvi con gli affari del Murtakesh!-

            La Tigre Nera è comparso all’improvviso e, con un paio di colpi, ha sbattuto a terra Rick Mason e Misty Knight. Luke prova ad affrontarlo, ma l’altro è veloce in maniera soprannaturale, anticipa le sue mosse e lo colpisce più rapidamente di quanto lui riesca a reagire. Abe prova a colpirlo con un micidiale calcio, ma l’altro non se ne dà pensiero.

-Abe Brown!- esclama. -È davvero un piacere misurarmi con te!-

            Chi è? Si chiede Abe, qualcuno che conosce? La sua figura potrebbe essere quella di Brillalae, la ragazza che conobbe allora?  Per quanto indiscutibilmente bella, era alta e robusta, si, potrebbe essere lei, se potesse…

-Brillalae?-

-Sono la Tigre Nera Abraham Brown, solo la Tigre Nera!-

            Non c’è modo di ragionare con lei, se è davvero lei, è caduta completamente sotto l’incantesimo del costume, la sua identità annullata. Abe cerca di combattere, ma non riesce a bloccarlo. Luke colpisce, approfittando del fatto che la Tigre Nera è impegnata con Abe, ma non serve a niente e Luke si ritrova a terra, poi….

-Ti consiglio di fermarti adesso!-

-Chi osa?-

-Io, oso, la Pantera Nera.!-

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

N° 7

 

LA PIETRA DELLA VITA

 

(PARTE SECONDA)

 

 

 L’ULTIMA CROCIATA

 

 

TRAVERSIE DIPLOMATICHE

 

 

-Io non c’entro, non è stata colpa mia.- esclama Everett Kenneth Ross.

-Non sono molto convinta.- ribatte Nicole “Nikki” Adams. –Ho paura che sia un altro dei tuoi pasticci.-

-No no. Vedi eravamo, io ed il Cliente, nel Consolato di Wakanda a New York…chissà perché qualcuno si ostina a chiamarli ambasciate? Cioè…capisco la megalomania dei newyorkesi, ma le ambasciate stanno nelle capitali e se non lo sappiamo noi del Dipartimento di Stato…-

-I Fatti Ross, i fatti, sempre che tu sia capace di fare un discorso coerente, del che dubito fortemente.-

-Certo che ne sono capace, non t’arrabbiare Nikki! Anche se, a dire il vero, sei più carina quando ti arrabbi e…-

-ROSS!!!-

-Ok ok. Procedo. Dunque….

 

            … eravamo al Consolato di Wakanda ed il Cliente, o meglio la Pantera Nera, era lì intento ai soliti affari di stato tipici di un sovrano del suo calibro, quando entrò quel bel tipo di Zuri e disse:

-Mio signore, intrusi al Consolato del Murtakesh.-

            Sua Maestà fece una smorfia, poi accese un monitor, sullo schermo apparvero le immagini di tre uomini ed una donna. Per inciso, solo uno degli uomini era un bianco, gli altri erano neri. Allora non sapevo chi fossero….voglio dire.. a parte Cage, ovvio, chiunque legga un po’ i giornali sa chi è. Certo se guardi solo il Late Night Show….

 

-Non divagare. Dimmi chi erano?-

-Beh, oltre a Luke Cage che ho già detto, c’erano: un esperto di arti marziali che ha collaborato con la polizia del Bronx, un tizio alquanto misterioso di nome Rick Mason ed un ex poliziotta, Misty Knight, oggi è un’investigatrice privata, un tipo tosto. Mi dicono che ha contribuito a sistemare uno dei Boss di Harlem, Bushmaster[27] un bel tipino sai? Di solito lavora con una socia Colleen Wing, altra tipa tosta, una rossa con un visino orientale che…-

-Avevo detto di non divagare o sbaglio?-

-Ok….dunque…-

 

            … Sua Maestà s’infilò la sua maschera, aprì la finestra e si lanciò fuori. In tre salti era già oltre i cancelli. Io, naturalmente, decisi di seguirlo e, altrettanto naturalmente, quel gigante di Zuri fece lo stesso. Prima che potessimo arrivare ai cancelli, il nostro uomo era già oltre il muro di cinta del Consolato del Murtakesh, dove era in corso una specie di scontro tra gli intrusi americani e qualcun altro…e fu a questo punto che il Cliente decise di farsi vivo.

 

 

BATTAGLIE FELINE

 

 

-Sono la Tigre Nera Abraham Brown, solo la Tigre Nera!-

            Chiunque ci sia sotto quella maschera nera, è caduto completamente sotto l’incantesimo del costume, la sua identità annullata. Abe Brown cerca di combattere, ma non riesce a bloccarlo. Luke Cage colpisce approfittando del fatto che la Tigre Nera è impegnata con Abe, ma non serve a niente e Luke si ritrova a terra, poi….

-Ti consiglio di fermarti adesso!-

-Chi osa?-

-Io, oso, la Pantera Nera.!-

            Con calma studiata, la Tigre Nera si volta verso il nuovo venuto:

-Non intrometterti in affari che non ti riguardano, Pantera!-

-Questi affari mi riguardano, se minacciano la sicurezza della mia nazione e le informazioni che ho, mi dicono che è così.-

-Non hai speranza contro di me. Una pantera nulla può contro la potenza di una tigre!-

            Così dicendo, la Tigre Nera si scaglia contro T’Challa afferrandolo per la vita. I due esseri vestiti di nero rotolano sul prato del consolato, mentre Luke ed Abe si rimettono in piedi.

-Questa è una vera sorpresa!- esclama Abe.

-Beh, i superesseri saltano fuori come funghi in questa città.- replica Luke –Se fossi nel giro come me, lo sapresti.-

-Oh lo so, credimi, lo so bene,[28] piuttosto, non dovremmo aiutarlo?-

-La Pantera sa cavarsela, almeno spero, noi dovremmo pensare a recuperare la tavoletta e… ehi,  dove sono finiti Misty e quel Mason?

            I due sono, infatti, spariti.

 

            Nel parco, i due che portano il nome di due grandi felini della Giungla si fronteggiano La Tigre si dimostra potenza pura, guidata da una forza sicuramente trascendentale, T’Challa si accorge che la velocità e l’abilità di quest’uomo (o forse è una donna? A guardarlo attentamente il dubbio sorge) sono veramente incredibili, ma non può preoccuparsene: lui è l’avatar del dio Pantera, il simbolo stesso del suo popolo e, per il bene del suo popolo, non vuole fallire. Certo, anche per la Tigre è lo stesso, ma lui serve una causa giusta e questo deve voler dire qualcosa.

            Il balletto dei due felini prosegue, senza che una chiara supremazia emerga, mentre altri eventi avvengono intorno a loro.

 

 

IMBARAZZO AI CANCELLI

 

 

-Naturalmente questo l’ho saputo dopo.- continua Everett K. Ross.

-E tu dov’eri in quel momento?- gli chiede Nikki Adams.

-Ahem…io e Zuri avevamo raggiunto i cancelli del Consolato del Murtakesh e….-

 

            … che altro potevamo fare? Suonai. Si, so cosa stai per dirmi: ero forse impazzito? Beh, a dirla tutta, mi era sembrata una buona idea al momento. Insomma, suonai ed arrivarono due guardie vestite di nero che ci puntarono contro un paio di fucili con baionetta innestata.

-Via di qui!- c’intimò uno di loro ed io ribattei:

-Sono Everett K. Ross del Dipartimento Di Stato degli Stati Uniti, vorrei parlare con il Console.-

-Via di qui intrusi!-

-Ci sono, forse, cittadini americani nel Consolato? Io vorrei…-

-VIA!-

            Uno di quei tipi col turbante, o come altro diavolo si chiama, mi spinse la baionetta contro la gola e proprio allora, Zuri afferrò il fucile e tirò l’uomo verso di se. Ci crederesti? Gli tirò la testa in mezzo alle sbarre del cancello e disse una sola parola:

-Apri!-

            Il secondo uomo fece per spararci, ma Zuri scagliò la sua lancia e quella gli si piantò in pieno petto, poi Zuri afferrò la testa dell’altro tizio, cominciò a torcergli il collo e ripeté:

-Apri!-

            L’altro non ci pensò molto e, per farla breve, dopo che Zuri ebbe recuperato dal petto della guardia, la sua lancia sporca di sangue (yeouch!), ci ritrovammo a correre lungo il viale d’ingresso e che ti vediamo? La pantera Nera presa allegramente a calci in faccia da un altro tizio completamente inguainato in un costume nero come la notte.

 

 

INTERLUDIO

 

 

            Repubblica Popolare Cinese, Pechino, Sede del Ministero della Difesa. L’uomo dai capelli grigi indossa l’uniforme con le mostrine da generale. Ha un incarico delicato: è il responsabile del Servizio Informazioni Estere delle Forze Armate. Il suo nome? Lui ed i suoi superiori vi direbbero che non ha importanza, che lui è solo un umile servitore del Popolo della Cina e l’ironia suprema è che lui ci crede sinceramente, è convinto davvero che quanto sta facendo servirà alla costruzione di un mondo migliore. Richiude il Dossier che stava leggendo ed assume un’espressione corrucciata. Potrebbe funzionare, si dice, il suo problema è: deve permettere al piano di andare avanti oppure deve interferire? Non gli importa nulla se la maledetta Vedova Nera rimarrà uccisa, ma ci sono le implicazioni politiche per il suo governo che non possono essere trascurate, meglio prendere precauzioni. Preme un pulsante e, poco dopo, una giovane donna compare davanti a lui.

-Mi chiami Hong Kong, c’è un lavoro per il Gatto.-

 

 

OCCHI DI GATTO

 

 

            T’Challa deve ammettere che il suo avversario è davvero in gamba e lo sta mettendo in seria difficoltà. Ancora una volta, cade sotto l’impeto del suo avversario. Non solo è magicamente potenziato, ma sembra conoscere a perfezione ogni arte marziale conosciuta. Adesso basta. Con un rapido movimento, afferra il piede del suo avversario, che stava per sferrargli l’ennesimo calcio e gli fa perdere l’equilibrio, poi gli è addosso.

 

            Rick Mason, l’uomo conosciuto negli ambienti dello spionaggio internazionale semplicemente come: l’Agente, è entrato nella villa che funge da Consolato del Murtakesh ed ora si aggira per i corridoi, alla ricerca del suo premio. Con rapidità, si libera degli ostacoli, costituiti dalle guardie rimaste all’interno e fruga stanza dopo stanza, finché…

-Ah! Sarebbe scontato pensare che Hassan l’abbia messa nella sua cassaforte privata, ma, dopotutto, perché no?-

            La cassaforte è facile da aprire per lui e sta per prendere la tavoletta, quando eccheggia una voce femminile:

-Fermo dove sei o ti faccio saltare la testa!-

 

            La Pantera Nera blocca con il gomito un colpo di taglio del suo avversario, poi gli sferra un pugno, poi un altro, ma stavolta è la Tigre Nera a bloccarlo. Quanto durerà lo scontro? Si chiede T’Challa, può batterlo, ne è certo, se gliene lascia il tempo. Si lancia in avanti, incalzando l’avversario in una serie di assalti, ritirate e finte. Dall’altro lato, gli occhi della Tigre Nera brillano. Nessuno sa cosa passa per il suo cervello se non il desiderio di assoluta vittoria, forse la sua unica debolezza. Mentre si appresta a colpire ancora T’Challa, una zagaglia acuminata saetta verso la sua gola. Con un gesto noncurante, la Tigre Nera alza un braccio e l’afferra a mezz’aria.

 

 

GATTI NERI ALL’OPERA

 

 

-Tanto per saperlo…- chiede una Nikki Adams leggermente alterata –Tu dove diavolo eri in quel momento?-

-Non mi parlare di Diavolo.- risponde Ross –Ho dei brutti ricordi di quel signore e comunque…-

-Ross, cerca di fare un discorso sensato per una volta, finisci il tuo racconto!-

-Ah si, si, va bene, non t’arrabbiare…-

 

            … non avevo mai visto niente di simile. Voglio dire, L’ho letto, ho visto di peggio nei notiziari, ma questo… Quella specie di tipo in nero si mosse ed afferrò la lancia di Zuri al volo, come se quella si fosse mossa al rallentatore. È un attimo, ma basta, perché il cliente riesca a sferrargli un calcio al mento e poi lo incalzi con una serie di colpi, che sbalestrano il tipo. Il guaio del cliente è che non ha abbastanza malizia: un bel calcio dove dico io ed il problema era già risolto. Il bello fu che quell’altro: la Tigre Nera si fa chiamare, si riprese e fu a quel punto, che quel tizio dalla pettinatura afro e con il costume giallo e verde si buttò contro il tipo in nero sparandogli un calcio in faccia….

 

            Mason si gira, per trovarsi dinanzi una ragazza alta, dalla pelle scura e dai lunghi capelli neri, raccolti in una treccia, che gli punta contro una 357 Magnum.

-Miss Brillalae suppongo.- dice con calma.

-Chi sei straniero? Come fai a conoscermi?-

-Per rispondere alla prima domanda, la straniera per me è lei ed il mio nome è Mason, Rick Mason e detta così, sembra la battuta di un film. Quanto alla seconda domanda: ho letto un dossier dello S.H.I.E.L.D. su di lei e, da quanto ne so, non dovrebbe aiutare uno come Hassan.-

-Io servo la famiglia dello Sceicco da sempre!-

-Leale e devota eh? Peccato sia una lealtà mal riposta. Il mio amico Abe Brown credeva fossi tu la Tigre Nera, ma ovviamente non lo sei.-

-Abe Brown è qui?-

-Si!- risponde Mason, poi, con incredibile rapidità, parte con un calcio, che colpisce il polso della ragazza, disarmandola e, prima che questa riesca a reagire, l’afferra per i polsi.

-Calmati ragazza, ho idea che stiamo dalla stessa parte e, se mi dai modo di parlarne…-

 

-E tu questo come fai a saperlo Ross?

-Dammi credito Nikki, non sono nato ieri, ho i miei metodi….L’ho chiesto al tizio, dopo. Comunque, se proprio vuoi saperne di più…-

 

            … il nostro gattone nero incalzò l’altro colpo su colpo, ma quello non si dava per vinto. Tanto per cominciare, si sbarazzò di Abe Brown con più facilità di quella che avrei io a sbarazzarmi di una mosca, per ritrovarsi, improvvisamente, in un abbraccio dell’orso regalatogli da Cage. Ci crederesti? Fece volare quel gigante che fa sembrare Tyson il chierichetto della mia Parrocchia sopra la testa e lo mandò col sedere nell‘erba, accanto a Brown, poi si volse verso la Pantera.

-Non ne hai ancora abbastanza Pantera Nera?- chiese.

-Solo quando sarai sconfitto o lo sarò io!- ribatté il cliente. Una di quelle solite frasi altisonanti, che questi tipi in costume sembrano sentirsi in dovere di pronunciare di tanto in tanto.

-Nessuno può sconfiggere la Tigre Nera, men che meno tu!-

-Oh sempre queste solite frasi fatte. Che lagna!-

 

 

ADDOMESTICA LA TIGRE

 

 

-Era quel tipo, Mason con la stangona mediorientale al fianco: occhi scurissimi che mandavano uno sguardo assassino verso la Tigre Nera ed anche un bel paio di….-

-ROSS! Risparmiami certi dettagli da adolescente in crisi ormonale e vieni al sodo una buona volta.-

-Va bene, va bene. Dov’ero rimasto? Ah si, certo, dunque arrivano Mason e la sua amichetta e ….

 

-Ti consiglio di fermarti Tigre Nera oppure ti ficco un proiettile in quella tua testaccia!- esclamò Mason e l’altro, di rimando:

-Posso riuscire ad ucciderti prima che tu riesca solo a pensare di premere il grilletto!-

-Certo che puoi, o meglio, puoi provarci Gattino, quanto a riuscirci, però…-

            Mentre loro parlavano, il cliente si avvicinò alla Tigre Nera e gli bloccò i polsi.

Mason urlò:

-Tenetelo fermo, almeno per qualche secondo!-

            Ecco che Cage gli si lanciò addosso bloccandogli le braccia. La Tigre Nera se li scrollò di dosso sbattendoli lontani, ma, in quel momento, Mason gli si avventò addosso, afferrandogli la maschera, tirandola verso l’alto, via dalla faccia

-Tu, cane infedele cosa…. stai facendo?-

            L’uomo di fronte a noi era chiaramente mediorientale, capelli rasati e baffi folti. Ora sembrava spaesato…

-Hassan…Da quanto tempo vecchio mio.-

-Mason! Che tu sia maledetto infedele. Restituiscimi la maschera.-

-Col tempo amico, ora hai altre preoccupazioni, credo.-

-Cosa…?-

            L’uomo di nome Abraham Brown sferrò un micidiale colpo, col taglio della mano, dritto sulla mascella dell’uomo che, fino a poco fa, era la Tigre Nera e questi si abbatté al suolo, svenuto.

-Amici!- disse Mason indicando l’uomo a terra –Vi presento lo Sceicco Hassan Ibn Murta, della dinastia regnante del Murtakesh.-

-Grandioso!- esclamò Luke Cage.

 

 

INTERLUDIO

 

 

            Natalia Alianovna Romanova, la letale Vedova Nera si rilassa in un caldo bagno di schiuma. Questa vacanza le ci voleva davvero, è stata un’eccellente idea accettare la proposta di Clive di raggiungerlo a Londra per un po’. Aveva bisogno di staccare dalla solita vita, non che pensi di ritirarsi, naturalmente. Ci aveva provato, per ben due volte, ma, alla fine, il richiamo dell’avventura era stato più forte di tutto e lei era sempre sulla piazza. Anche Matt, del resto, non aveva mai seriamente tentato di smettere di essere un supereroe. Perché, si chiede, ha pensato a lui? Qualunque cosa abbia provato, o provi tuttora, per lui, è finita tra loro e lo sa. Non potranno mai stare insieme, sono troppo diversi, eppure, qualche volta vorrebbe che fosse andata diversamente. Se Alexi fosse rimasto con lei forse… il flusso dei suoi pensieri è provvidenzialmente interrotto da un rumore dietro la porta. Doveva essersi addormentata, per accorgersene solo ora. Con pochi, rapidi gesti è fuori dalla vasca e spalanca la porta.

-Ah!-

            Quella che è di fronte a lei è una ragazza bionda sui 25 anni circa che sembra decisamente spaventata

-Chi sei? Cosa fai qui?!- l’apostrofa Natasha, puntandole verso la gola una limetta per le unghie, unica, improvvisata arma che ha trovato nel bagno.

-Io?- risponde la ragazza –Mi chiamo Melissa Greville, Lei piuttosto…io la conosco, l’ho vista sui giornali, è la Vedova Nera. È…è ….Ospite di Clive vero?-

            Natasha si rilassa.

-Miss Greville…anch’io so chi è lei, una delle segretarie del MI6. Com'è entrata qui?-

-Ho la chiave naturalmente, come lei vedo, o sbaglio? Se mi permette, le consiglierei di mettersi qualcosa addosso.-

            Natasha sorride.

-Sa, credo che abbia ragione!-

            Mentre s’infila un accappatoio, il portone si apre ed entra Clive Reston

-Ciao Clive!- lo saluta Melissa.

            Reston alza gli occhi e sul ballatoio vede le due donne

-Melissa che fai qui?-

-Volevo farti una sorpresa, ma sembra che me ne abbia fatta una tu.-

-Beh cara Melissa io…-

-No, non importa, dopotutto la mamma mi aveva avvertito che probabilmente eri come tuo padre. Non c’è niente da fare. Io e miss Romanov abbiamo fatto amicizia intanto, dopotutto dovremmo avere qualcosa in comune.-

            Donne, pensa Clive, ecco la sola cosa da cui neanche mio padre è mai riuscito veramente a difendersi.

            Natasha sogghigna divertita.

 

 

LA GUERRA DEL GOLFO

 

 

-Vediamo di fare il punto della situazione.- disse Ivan Petrovitch al gruppetto di persone, radunato nel salotto dell’appartamento di Central Park West.

 

-Frena Ross!- esclama Nikki Adams –Com’è che ci ritroviamo improvvisamente dal giardino del Consolato del Murtakesh ad un appartamento di Park Avenue? Mi sono, forse, persa qualcosa?-

-Beh, non esattamente Nikki.- risponde Everett K. Ross.

-Che vuol dire-, non esattamente? Bada che potrei perdere la pazienza.-

-Beh… dunque: la Tigre Nera, o meglio lo Sceicco Hassan, era steso di fronte al portone del Consolato e dovevamo decidere cosa fare adesso….-

 

            come al solito, fu la Pantera a prendere l’iniziativa

-Meglio andarcene da qui adesso che abbiamo quel che cercavamo.-

-Ed il bell’addormentato, qui?- chiese Luke

-Lo portiamo con noi.- rispose la Pantera –Saremo più sicuri, se l’avremo sott’occhio.-

 

-Frena un attimo!- esclama Nikki Adams –Hanno rapito un dignitario straniero dal suo Consolato sotto i tuoi occhi e tu non hai fatto nulla?-

-Beh…rapito è una parola grossa….- risponde Ross -…diciamo che l’hanno portato a fare una passeggiata.-

-Oh Santo Cielo, Powell[29] vorrà la mia testa, per non parlare del Presidente. Anzi, vorranno la tua testa ed io gliela servirò su un piatto d’argento, puoi scommetterci.-

-Aspetta Nikki, dammi tempo per finire la mia storia almeno. Dov’ero rimasto? Ah si, il nostro comune amico T’Challa aprì la processione e…-

 

            si avviarono tutti verso il Consolato wakandano, con Luke Cage che portava lo Sceicco sulle spalle come un sacco di patate, venne anche la ragazza, quella Brillalae, con Abe Brown che la teneva d’occhio. La prima tappa fu il consolato wakandano e qui, dopo aver depositato gentilmente il nostro addormentato Sceicco su un divano, il Cliente si rivolse a Luke Cage

-Se ora volessi dirmi qual è il vostro interesse in questa storia….-

-Beh non è semplice, ma ci proverò. Tutto comincia con una tavoletta d’argilla…-

           

                Luke ci racconta la storia di questa cosiddetta "tavoletta della vita" e dei suoi favolosi poteri. La ragazza, Brillalae ci racconta di come lo Sceicco Hassan fosse convinto che quel pezzo d’argilla gli avrebbe conferito grandi poteri.

-Fu per questo che decise d’indossare il sacro costume della Tigre Nera e rubare la tavoletta. Sosteneva di essere in grado di decifrare i suoi più riposti segreti, ma non ho mai capito come.- concluse.

-Ho conosciuto Hassan!- disse Mason, un tipo che ancora non ho inquadrato, ti dirò, il dossier su di lui dice molto poco. -È una testa calda, ma non mi sembrava il tipo da scatenare una guerra in questo modo…-

-Non lo era, infatti!- intervenne la misteriosa Brillalae –Tutto avvenne al suo ritorno da una visita ad un suo cugino in Kuwait, da allora non fu più lo stesso. Radunò una guardia personale, cominciò ad addestrarla e poi venne da me.-

-Il tuo ruolo qual’era, ragazza?- le chiese Misty Knight.

-Io sono la Custode del sacro Costume della Tigre Nera, un compito che nella mia Tribù si trasmette di madre in figlia. Tocca a me scegliere il designato ad indossare il costume ed assumere il ruolo di protettore del nostro popolo. Hassan mi ordinò di consegnargli il costume. Non potei disobbedirgli, ma dentro di me sapevo che non era degno del potere e lo seguii, sperando che agisse per il bene del paese e, se così non fosse stato, aspettando sino al momento di sottrargli il costume.-

 

 

            La Pantera rifletté un attimo, poi…..

-Avevo saputo che nel Murtakesh c’era una fazione guerrafondaia che intendeva portare guerra al vicino Halwan e la cosa per me aveva un interesse personale. La mia nazione ha un trattato di mutua assistenza con Halwan ed è stata una compagnia wakandana a progettare i sistemi di sicurezza del Palazzo reale. E c’erano dei sospetti…-

-Sospetti che riguardano ambienti di Halwan.- intervenne Rick Mason –Quella nazione del Golfo Persico è piccola, ma molto ricca. La sua etnia non è araba, sono iranici, ma, naturalmente, sono musulmani e c’è una parte consistente dell’opinione pubblica che non vede di buon occhio il fatto che sia una donna a sedere sul Trono del Leone. Il Consiglio ha perfino rifiutato all’attuale sovrana Azir, il titolo reale, pur riconoscendone il potere, e continuano a chiamarla ufficialmente Principessa…-

-Mi stai dicendo che questa gente fomenterebbe una guerra per avere la scusa per defenestrare la “Principessa”?- chiese Abe Brown.

-In due parole: si!- rispose la Pantera Nera –C’è chi spera proprio di approfittare di quest’occasione. Se nel momento di crisi saltasse fuori un erede maschio della Casa di Halwan, sarebbe sicuramente acclamato come il nuovo Sultano.-

            Vidi un’espressione pensierosa e preoccupata sul volto di Misty Knight, poi Luke disse:

-Pensavo che Azir fosse l’ultima della sua famiglia.-

A questo punto m’inserii io.

-A dir la verità, credo d’aver letto che ci fosse un pretendente, che era stato cacciato per indegnità o qualcosa di simile.-

            Mason fece una smorfia, il cliente annuì gravemente, Cage, e Knight mi guardarono come se avessi parlato del diavolo ed io so che faccia si ha quando parli del diavolo.

 

 

IL DIAVOLO ALLE QUATTRO

 

 

-Beh vuoi tenermi sulle spine o mi dirai finalmente cos’è che avevano capito tutti tranne te?- incalza Nikki Adams.

-Non è colpa mia, te lo giuro.- ribatte Ross –Non sapevo nemmeno chi fosse quel tizio finché non me l’hanno detto. Che ne sapevo io che Luke ed il suo vecchio sparring partner Iron Fist, la Knight e perfino Namor il Sub Mariner l’avevano già incontrato? Queste cose non ci sono mica scritte nei dossier del Dipartimento di Stato.-

-Taglia corto e finisci il racconto.-

-Beh ecco….-

 

            …Luke Cage mi guardò e poi sbatté i pugni tra loro ed esclamò:

-PADRON KHAN!-

-Che idiota a non averlo capito prima!- disse a sua volta Misty Knight -Eppure c'erano tutti gli indizi. Già una volta progettò un colpo di stato contro Azir, coinvolgendo la mia socia Colleen e riducendo suo padre ad un vegetale.[30] Quando ho sentito parlare di Halwan avrei dovuto capire.-

-Non ne avresti avuto l’intelligenza mia cara!- al suono di quella voce ci voltammo tutti in tempo per vedere lo Sceicco Hassan in piedi con uno sguardo assente e gli occhi fissi nel vuoto, la voce che usciva dalle sue labbra non era la sua e mi fece gelare il sangue nelle vene.

-Siete stati bravi ad interferire con i miei piani, ma mi avete solo fatto perdere tempo e nient’altro. Alla fine, io realizzerò i miei progetti ed avrò la mia vendetta su tutti i miei nemici.-

-Tu, demone, hai preso il controllo dello Sceicco!- esclamò Brillalae

-Corrompere quest’imbecille è stato facilissimo, la sua volontà non era assolutamente in grado di resistere ai miei poteri. Ve lo lascio, adesso. Lui era solo una delle mie tante pedine e mi è servita per raggiungere alcuni scopi, ora non mi serve più!-

            Come una marionetta a cui abbiano tagliato i fili, lo Sceicco cadde riverso sul pavimento e, mentre Cage e Brown si precipitavano verso di lui, Mason e la Knight si volsero improvvisamente verso le nostre spalle e, che il cielo mi danni, dall’ombra si stava formando una figura, che assunse l’aspetto di un uomo alto dai tratti orientali e dalle unghie acuminate e con un sorriso sinistro in volto.

 

 

L’IRA DI KHAN[31]

 

 

-Non pensi di essere troppo melodrammatico Ross?- l’interrompe Nikki

-Avrei voluto vedere te al mio posto. D’accordo io ho incontrato perfino il diavolo in persona e sono qui per raccontarlo, ma beh, ti assicuro Nikki, che quel tipo con un solo sguardo mi fece desiderare di avere addosso un pannolone.-

-Molto divertente e ti aspetti che parli al Segretario di magia nera e cose simili?-

-Beh, perché no? Ne sono successe di cose strane a questo mondo no? E come dice quel tizio di “Blade Runner”: “Ci sono più cose tra cielo e terra che nella tua filosofia!”-

-Quello è “Amleto” idiota!-

-Davvero? Oh beh, possiamo sbagliare tutti no?-

-Con te è normale, direi. Prosegui.-

-Dunque…dicevo di quell’uomo…-

 

            ….Come si accorsero della sua presenza, Misty Knight e Rick Mason vuotarono i caricatori delle loro pistole sulla figura che usciva dalle ombre, ma i loro proiettili lo attraversarono mentre lui rideva diabolicamente.

-Stupidi. Le vostre armi non possono nulla contro di me.-

-Come fai ad essere vivo?- esclamò Misty Knight –Io stessa ero presente quando Namor ti staccò letteralmente la testa dal collo, non puoi essere sopravvissuto!-

-Non conosci la portata dei miei poteri stupida donna. La prima cosa che un vero stregone deve imparare è rendere difficile ucciderlo.[32] Non vi tedierò con delle inutili spiegazioni sulla mia “resurrezione”,[33] ma vi lascerò un avvertimento. Tenetevi pure la vostra tavoletta, i suoi segreti sono già miei, ma sappiate che i miei piani sono solo rimandati. Halwan sarà mio, il Murtakesh sarà mio e tutti coloro che hanno contribuito alle mie passate sconfitte sentiranno il peso dell’ira di Padron Khan. Tenete gli occhi aperti perché uno di questi giorni le vostre vite finiranno per mano mia!-

            A questo punto, si dissolse come uno spettro lasciandosi dietro solo l’eco della sua risata.

            E questo fu il punto in cui mi accorsi di aver bisogno del pannolone.

 

 

SALUTI FINALI

 

 

-Molto divertente!- commenta Nikki Adams –Non vorrai, però, farmi credere che è finito tutto qui vero? Hai parlato di una riunione nell’attico della Vedova Nera o ricordo male?-

-Ah quella!- esclama Ross –Beh sai com’è, la classica riunione finale in cui gli eroi di una storia si spiegano tra loro e spiegano ai lettori un po’ deficienti, cos’è davvero successo e…si lo sai, lo vedo dalla tua faccia. Ok, senti qui, i nostri eroi tolgono allo sceicco il costume della Tigre Nera e meno male che il nostro amico aveva indosso almeno le mutande, poi…-

 

            …Abe Brown, dopo un veloce consulto con la Pantera Nera, lo riconsegna a Brillalae.

-Conservalo finché non sarai pronta a darlo a qualcuno degno di indossarlo per il bene del tuo paese.-

-Lo farò Abraham Brown. È stato bello rivederti, nonostante le sfortunate circostanze.-

-Anche per me e spero che il prossimo incontro sarà più piacevole per tutti e due.-

            Facciamola breve: i due piccioncini si salutano e salta fuori che lo Sceicco non ricorda niente, o almeno così dice, di quanto è successo nelle ultime settimane e così decidono di lasciarlo andare. Del resto, mica potevano consegnarlo alla Polizia no? E protetto dall’Immunità diplomatica, lo sai.-

 

-Mi stai dicendo che non ci saranno denunce dell’accaduto da parte di Hassan? Dimmi che è così- dice Nikki

-Beh si. Certo non ci sono garanzie che il bel tomo non stesse facendo la commedia e non sia ancora complice di Khan, ma non potevamo farci niente e, comunque, lo sapremo presto, credo. A questo punto, Cage e gli altri dissero di dover ritornare a far rapporto al loro datore di lavoro, la Pantera espresse il desiderio di seguirli ed io, naturalmente, seguii lui…-

 

            …fu a questo punto che ci ritrovammo tutti in quell’attico con vista su Central Park e che l’uomo di nome Ivan Ivanovitch Petrovitch disse:

-Se ho capito bene, questo Sceicco Hassan era schiavo mentale di Padron Khan, che voleva servirsi di lui per far scoppiare una guerra tra Murtakesh e Halwan, per potersi, poi, impadronire del potere in entrambe le nazioni.-

-Infatti.- commentò Rick Mason –Per questo spinse Hassan ad assumere il ruolo della Tigre Nera ed arruolare una milizia privata, con cui fare un colpo di stato e poi dichiarare guerra a Halwan. Nel bagno di sangue che ne sarebbe seguito, Khan si sarebbe fatto paladino di Halwan e convinto la gente ad eleggerlo sovrano al posto di Azir. La tavoletta gli serviva, perché era convinto che il vero potere delle formula andasse ben aldilà dell’eterna giovinezza. Chissà, magari aveva ragione.-

-Ho studiato la tavoletta per quasi dieci anni.- intervenne un tizio dalla faccia da cane bastonato che si chiamava Louis Wilson –Non ci sono altri segreti da scoprire.-

-Nessuno che noi siamo in grado di trovare, almeno….- disse la Pantera Nera -…ma un mago esperto, forse….-

-Ha detto di possedere già i segreti della tavoletta.- intervenne Cage –Voleva dire che aveva già decifrato la tavoletta e scoperto tutti i suoi segreti o che non c’erano altri segreti da scoprire?-

-Chissà?- fu il commento di Misty Knight –Quale che sia la verità, ho il sospetto che la sapremo prima o poi.-

-Pensi alle ultime parole di Padron Khan?- chiese Brown.

-A che altro? Khan ha una lista lunga di presunti torti da vendicare ed in quella lista ci siamo io e te, Luke, Colleen, Iron Fist, Namor, Namorita e, dopo oggi, probabilmente anche Abe, la Pantera e Mason. Lui non è uomo da parlare a vanvera. Un giorno o l’altro tornerà per tentare di ucciderci tutti e dovremo fare del nostro meglio per farlo fallire.-

            Su questa nota consolante, la riunione si sciolse. Cage, Knight e quel Mason incassarono da Petrovitch un assegno ciascuno del cui importo non sono al corrente e se ne andarono, per accompagnare quel tipo, Wilson, all’aeroporto dove sarebbe stato preso in consegna da certi russi. Quanto alla Pantera. Beh è regolarmente partito per il Wakanda come nei suoi progetti ed io sono rimasto qui.

 

-…e qu… qu… questo è tutto gente!-

-E bravo il mio Porky Pig!- commenta Nicole Adams –Naturalmente sai che rimangono ancora alcuni nodi da sciogliere, tipo: c’è ancora pericolo di una guerra tra Murtakesh ed Halwan giù nel Golfo Persico, cosa che non ci servirebbe proprio in questo periodo di pasticci mediorientali?-

-Beh non sono io a dovermene preoccupare, io lavoro all’Ufficio Protocollo, non alla Sezione Medio Oriente!-

-Non più amico mio.- risponde Nikki sorridendo –Al dipartimento pensano che tu sia sprecato qui a Washington ed hanno deciso di inviarti alla nostra missione diplomatica di Vladivostok, in Siberia, con effetto da oggi. Hai giusto il tempo di preparare le valige.-

-In Siberia? Ma nemmeno i russi ci mandano più la gente ormai…-

-Puoi sempre dimetterti e rinunciare alla pensione.-

-Beh, dopotutto la Siberia non è un posto così malvagio, a pensarci bene.-

 

 

FINE PARTE SECONDA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

E così anche quest’avventura è finita. Sento già i vostri commenti: “Ma questa non è una saga completa, è solo un prologo. Non sappiamo niente dei piani di Padron Khan o della Tigre Nera o del segreto dell’antica tavoletta, hai barato.” In effetti, è proprio così, questa minisaga è servita solo per introdurre lo scenario per misteri futuri. Volete saperne di più? Non preoccupatevi, sarete accontentati, anche se non saprei dirvi quando.

      Nel frattempo, alcuni appunti

1)    La storia della tavoletta d’argilla è esaurientemente narrata nella storia stessa, qui rimane da dire solo che la Tavoletta impegno l’Uomo Ragno negli storici Amazing Spider Man #68/75 su Testi di Stan Lee e disegni di John Romita Sr. (cosoggettista), John Buscema e Jim Mooney. I suoi legami con le antiche civiltà precataclismiche erano state solo accennate all’epoca ed esplicitate solo nella recente miniserie: “La linea della vita” (UR, Mita, #32/59) di Fabian Nicieza & Steve Rude che non fa parte della nostra continuity, l’idea non era male, ma i risultati finali saranno diversi.

2)    Rick Mason è apparso una ed una sola volta nella Graphic Novel: The Agent del 1989di James D. Hudnall & John Ridgway, che molti consideravano, non so perché, non in continuity ed è effettivamente il figlio del Terribile Riparatore ben noto ai lettori Marvel. Proseguendo nella mia politica di ripresa di temi e personaggi oscuri del Marvel Universe, ho deciso di utilizzarlo assieme alla Tigre Nera ed alle nazioni del Murtakesh e di Halwan.

3)    Chi sono il Russo ed il Cinese che cercano vendetta su Natasha? Un po’ di pazienza e lo scoprirete nella prossima Ultimate Edition. Ai vecchi lettori della Marvel darò un solo, vago, indizio: Roy Thomas & John Buscema. A buon intenditor, poche parole.

4)    Nella seconda parte, ho provato a narrare questa storia in modo un po’ insolito, ispirandomi allo stile di Christopher Priest nella recente serie di Pantera Nera. Sono riuscito nel mio intento di narrare la storia in modo diverso e divertente? Solo voi lettori potrete dirlo ed attendo i vostri commenti al riguardo.

5)    Padron Khan è forse il più antico tra gli avversari di Iron Fist ed è tornato dalla morte, come ogni buon cattivo che si rispetti, più di una volta interferendo oltre che con la vita di Iron Fist anche con quella di Namor il sub Mariner che, apparentemente a quanto sembra, lo uccise decapitandolo a mani nude in Namor #33 (Marvel Magazine Presenta #1). A quanto pare, la notizia della sua morte era grandemente esagerata. Incidentalmente, è uno dei pochi cattivi di fede musulmana, ammesso e non concesso che sia praticante.

6)    Risentiremo parlare di Padron Khan e dei suoi piani di conquista? Porterà avanti i suoi piani di vendetta contro coloro che lo sconfissero in passato? Rivedremo ancora la Tigre Nera? Scoppierà la guerra tra Murtakesh e Halwan? Esistono davvero altri segreti dell’antica tavoletta? Come ho già detto, per alcune di queste domande la risposta è certamente si, ma per sapere quando dovrete avere pazienza, prossimamente in questa od altre serie MarvelIt. Restate sintonizzate e ne saprete certo di più.

1)    Quali nubi si addensano all’orizzonte della Vedova Nera? Chi è il misterioso Gatto a cui accenna il generale cinese? Abbiate pazienza e lo saprete presto, vi basterà aspettare la prossima Ultimate Edition di questa serie.

Ed ora, un appassionante (spero) episodio autoconclusivo, in cui vedremo cosa succede quando un gruppo di sequestratori prende in ostaggio un grattacielo in cui si sta svolgendo un party dell’alta società di New York a cui partecipano vari supereroi in incognito. Come possono questi ultimi sopraffare i criminali senza i loro costumi e senza rivelare la oro identità segreta nemmeno ai loro compagni? A questo dilemma dovranno trovare risposta Matt Murdock, Tony Stark, Jim Rhodes, Marc Spector ed altri ancora, prima che sia troppo tardi.

Non perdetelo, mi raccomando.

 

 

Carlo

 

 


 

N° 8

 

 TRAPPOLA DI CRISTALLO

 

 

1.

 

 

            Il salone all’ultimo piano del Grattacielo è affollatissimo. L’occasione è una festa di beneficenza per le vittime dell’11 settembre e molti V.I.P. cittadini non hanno voluto mancare, non immaginano, certo, che la serata mondana si sta per trasformare in un incubo..

Immaginate una grande sala, ampia con vista panoramica su quello che oggi è la martoriata skyline di New York: uomini in eleganti smoking e donne in sontuosi abiti da sera, con vari gradi di spacchi e decolleté a seconda dei loro gusti personali.

Questa sera sono presenti molte delle figure più importanti della struttura sociale, finanza industria e politica di questa grande città, un raduno che ha più di un motivo per essere definito eccezionale.

 

L’avvocato Matt Murdock entra al braccio di una nota esponente del Jet Set cittadino, Deborah Harris. L’insieme di suoni ed odori assale i suoi sensi ipersensibili, lasciandolo, per un attimo, sconcertato, ma anni d’esperienza gli permettono di riprendere il controllo quasi immediatamente, permettendogli di isolare quelli più fastidiosi e raggiungere la giusta tolleranza.

-Non sono così sicuro che sia stata una buona idea venire qui Debbie.- dice.

-Non essere sempre così orso Matt.- risponde lei –Hai bisogno di fare un po’ di vita mondana credimi.-

            Lui sorride, forse è davvero una buona idea, ha bisogno di distrarsi dopo quanto è avvenuto d recente: lo scontro con Bullseye e l’arresto dei principali capi criminali della città e l’imminenza delle udienze dei Grand Jury per la formalizzazione delle accuse, con la prima testimonianza del suo non molto gradito cliente, Caesar Cicero.[34]

            Da quanto sente, c’è molta gente stasera e, nella babele di voci, riesce a cogliere qualche accento familiare.

 

              Anthony Edward Stark, è conosciuto da tutti come un uomo arrivato, multimiliardario, inventore di talento, fondatore e proprietario della Stark Solutions e fondatore e Capo Esecutivo della REvolution, una delle più importanti società tecnologiche della nazione e, forse, del pianeta, é, anche, segretamente, l’invincibile Iron Man. La bella ragazza dai lunghi capelli rossi ed i lineamenti orientaleggianti, che entra nella sala al suo fianco, si chiama Colleen Wing ed è una delle socie della Nightwing Restorations, che, tra le altre cose, si occupa della sicurezza della REvolution.[35] Nessuno dei due ha i supersensi di Murdock, ma non sono necessari per indovinare cosa si cela dietro i mormorii che accompagnano la loro entrata, commenti che Tony ha sentito molte volte nella sua carriera.

“Ecco il solito Tony Stark con una nuova donna”

“Un’altra rossa, sembra che abbia la mania”

“Questa è orientale come quell’altra…come si chiamava?”

“Quanto durerà?”

“Scommetto non più di un mese”

            Se i possibili commenti lo infastidiscono, non lo da a vedere, spera solo che la sua compagna non ci faccia caso.

-Non sono abituata a sentirmi al centro dell’attenzione così.- dice Colleen, con tanti saluti alle sue speranze.

-Dovrai abituartici...- le risponde -…se continueremo ad uscire insieme.-

            Lei punta su di lui i suoi occhi a mandor1la.

-Non penserai di scaricarmi di già, vero?- dice con voce ironica.

-Non me lo sognerei mai, mia cara.- ribatte lui.1

-Lo spero bene, Mr. Tony “playboy” Stark.-

            In quel momento, ecco arrivare un’altra coppia e Tony ne approfitta per far loro un cenno. I nuovi arrivati sono: il Vice Presidente della REvolution, il nero James R. Rhodes  e la responsabile delle Pubbliche Relazioni della stessa società, la bionda Californiana Rae Lacoste. Due persone molto legate a Stark: Rhodes, è un suo vecchio amico e, per lungo tempo, lo ha sostituito nel ruolo di Iron Man, mentre ora usa una differente versione della celeberrima armatura sotto il nome di War Machine; ironicamente, la sua compagna è stata una delle effimere donne di Stark. qualche anno prima.

-Ti vedo un po’ a disagio Rhodey.- gli si rivolge Tony.

-Beh non sono mai stato un tipo da jet set. Un tempo, in un posto del genere, quelli come me ci sarebbero entrati solo per fare i camerieri.-

            E non c’è solo questo, pensa Rhodey, ancor oggi, qui dentro, ci scommetto, c’è chi guarda storto la mia compagna perché è bianca ed io no. Possono essere più cortesi, o, forse, ipocriti, ma, in realtà, dentro di loro la chiamano con certi nomi. La guarda e la vede tranquilla. Sa cosa aspettarsi, pensa tra se, ed anch’io, non sono solito tirarmi indietro.

            Poco distante, una donna di colore osserva Colleen Wing con aria critica. È la sua storica socia, Misty Knight, il ragazzone biondo che l’accompagna e che sembra trovarsi a disagio con uno smoking, che, pure, lo veste impeccabilmente, è un altro socio della REvolution, Daniel Wendell Rand, ed, a tempo perso, è il supereroe esperto di arti marziali noto come Iron Fist.

-Misty, sembra che tu non mi stia ascoltando.- dice Rand alla sua donna

-Scusami Danny, stavo osservando Colleen. Non sono affatto sicura che sia un bene per lei legarsi a Stark, non credo che abbia avuto relazioni che abbiano superato i sei mesi.-

-Tu sei troppo dura Misty, Stark è un uomo per bene, puoi credermi, e, comunque, Colleen è una donna ostinata, lo so bene, se ha deciso di ficcarsi in questa relazione, proseguirà finché non riuscirà bene o non ci sbatterà la testa.-

-Ha già avuto quest’esperienza con Scott Summers, non vorrei che adesso…-

-Su, vieni, raggiungiamoli e smettiamola con queste vuote chiacchiere.-

 

            Per il finanziere Marc Spector e la sua compagna di sempre, Marlene Alraune, questa è un’ottima occasione per un rientro in società dopo la presunta morte di lui.[36] Ed è un caso bizzarro quello che, nel mezzo della folla, lo fa urtare con Kyle Richmond delle Richmond Enterprises, con la sua vice Yvette Freeman. La bizzarria sta nel fatto che anche Kyle è tornato dalla morte di recente e, come Spector, ha anche lui un’identità mascherata, anche se è restio ad usarla, quella del Nottolone.

            Poco discosti, Hobie e Mindy Brown si sentono frastornati in un ambente che non sentono del tutto loro.

-Vorrei non esser venuto.- dice lui –Questo non è posto per un ex lavavetri.-.

-Ma è il posto adatto per un geniale inventore in carriera.- ribatte sua moglie –Sono contenta che il tuo capo, Elias Winters, ti abbia convinto a venire qui, stavi diventando più orso di tuo fratello Abe.-[37]

-Come lui è praticamente impossibile.- replica Hobie –Resta il fatto che mi sentirei più a mio agio appeso ad un cavo nei panni di Prowler.-

-Certi nomi falli a bassa voce caro o dirai addio alla tua identità segreta.-

-Hai ragione come sempre.-

 

A questo punto vi chiederete: ma ci sono solo supereroi in incognito a questo party? La risposta a questa domanda è no, ovviamente, ma è indubbio che un capriccio del fato ha riunito in questa sala un notevole numero di supereroi e questo avrà ripercussioni su quanto sta per avvenire, contateci.

Adesso potremmo tediarvi con una serie di divertenti quadretti dei nostri personaggi che chiacchierano e si presentano vicendevolmente. Potremmo farvi sorridere alla vista dell’imbarazzo del Procuratore Degli Stati Uniti, Franklin “Foggy” Nelson, quando lui e la sua compagna, Elizabeth Allen Osborn, s’incontrano con Matt Murdock e Debbie Harris, rispettivamente ex socio ed ex moglie di Foggy, o malignare sul panciuto avvocato Jeryn Hogart, sempre accompagnato da procaci fanciulle (non meno di due), che gli fanno da guardia del corpo, o incuriosirvi su quanto hanno da dirsi il Procuratore Distrettuale uscente di Manhattan, Blake Tower, e la sua sfidante, Constance Ferrari, oppure, portare l’attenzione sul giovane Dwayne Taylor, capo della Taylor Foundation, ma non siamo la cronaca mondana del Daily Bugle e sappiamo che quel volete è l’azione, per cui…si dia inizio alle danze.

 

 

2.

 

 

Matt non sa più quante mani ha stretto sinora, ha incontrato diversa gente e, ma non dovrebbe esserne sorpreso, ha anche sentito la presenza di persone familiari. L’uomo che gli è passato accanto poco fa, ad esempio, era sicuramente Moon Knight nella sua identità civile, Non che abbia importanza, certo, ma è buffo pensare a quante persone possono esserci in quella sala, che si stanno incontrando e non sanno di conoscersi, solo perché non stanno indossando i loro costumi. È mentre sta pensando a questo, che il suo senso radar registra la presenza di figure umane nel vano d’entrata: tredici battiti in tutto, pulsazioni elevate, sono nervosi od eccitati o… Quell’odore e quel rumore: sono armati e stanno entrando dopo essersi sbarazzati dell’uomo all’ingresso. Matt non può saperlo, ma indossano delle tute mimetiche scure, i volti coperti da cappucci, che lasciano scoperti solo gli occhi. Quello che appare essere il capo, avanza tranquillo, mentre i suoi uomini si dispiegano nella sala.

-Buonasera signori.– dice, con voce calma. –Io sono il comandante Blu e questi sono i miei uomini, state tranquilli, e non vi sarà fatto alcun male.-

-Ma..che succede?- esclama uno degli ospiti.

-Niente di grave, per il momento.- replica Blu –Se starete tranquilli non accadrà nulla di male, ve lo garantisco.-

-Adesso basta!- grida una voce stentorea –Io sono J.Jonah Jameson, editore del Daily Bugle ed esigo di sapere con che diritto pretendete di sequestrarci!-

            L’uomo chiamato Comandante Blu gli spiana il fucile sotto il naso.

-Con questo diritto!- risponde.

-Ulp! Va bene, fate pure allora.-

. Alpha, Bravo. Prendete posizione!- ordina l’uomo.

            Gli uomini entrati con il Comandante Blu si dividono in due gruppi di cinque e si dispiegano lungo la sala, tenendo sotto tiro chiunque e bloccando l’uscita.

-Pattuglia Alpha in posizione signore! – scandisce uno dei banditi, con tre righe verdi sul passamontagna.

-Pattuglia Bravo in posizione, signore!- gli fa eco dall’altro lato della sala uno le cui righe sono gialle.

-Molto bene Capo Pattuglia Verde e Capo Pattuglia Giallo, ora sentiamo come sta andando nel resto dell’edificio. Charlie mi sentite?-

La voce si sente distintamente dal comunicatore.

-Qui Charlie, il Centro sicurezza è preso, monitoriamo l’intero edificio da qui, vi vediamo Signore.-

-Molto bene, Capo Pattuglia Rosso, ora a voi Delta.-

-Qui Delta, signore. Sorvegliamo ogni uscita ed abbiamo provveduto a far scattare le serrature elettroniche del palazzo, nessuno può entrare od uscire, adesso.-

-Eccellente Capo Pattuglia Bianco, non mi aspettavo di meno da voi ragazzi..-

            Tony Stark ha seguito l’intera comunicazione maledicendosi per aver deciso di lasciare a casa la sua armatura. Potrebbe richiamarla con un segnale subsonico, forse, ma a che servirebbe? Per tacere della sua identità segreta esposta in pubblico, sarebbe morto prima di riuscire ad indossarla e, dallo sguardo che getta a Rhodey, sa che sta pensando la stessa cosa.

-Signore e signori…- riprende il Comandante Blu -…siete nostri prigionieri e lo resterete abbastanza a lungo, per cui, un avvertimento: niente scherzi e ne uscirete in buona salute.-

-Chi siete e cosa volete?- è Matt a fare la domanda.

-Chi siamo? Niente nomi eclatanti, niente terroristi o cose simili, solo un gruppo di persone molto determinate e preparate. Cosa vogliamo? Beh, voi tutti siete uomini o donne di valore, molto valore, potrei azzardarmi a valutarvi, diciamo, un milione di dollari ciascuno.-

-Lei è pazzo… comandante Blu, vero? – interviene una voce che Matt sa di conoscere, anche se non è sicuro sull’identità del possessore -…alcuni di noi non ce l’hanno neanche un milione di dollari.-

-Lo so Mr…Richmond, giusto? Kyle Richmond delle Richmond Enterprises, se non vado errato. Io ed i miei uomini non siamo avidi, in questo palazzo ci sono molti uffici di banche ed altre istituzioni finanziarie, ci darete i codici d’accesso ai vostri conti e noi preleveremo il prelevabile, una cosa facile, facile in quest’era elettronica in cui per trasferire il denaro basta un click.-

-Siete dei volgari ladri, dopotutto!- esclama Rae Lacoste.

Ladri? Che brutta parola, miss Lacoste. Si so chi è lei, come so chi sono tutti coloro che sono in questa stanza, siamo persone preparate, l’ho detto no? Quanto al furto…io preferisco chiamarlo, un giusto indennizzo, ma cosa sono le parole dopotutto? Solo semplici definizioni. Non preoccupatevi, comunque, una volta raggiunto il nostro scopo, ce ne andremo lasciandovi liberi, senza far del male a nessuno.-

Il Nottolone, pensa Matt, ecco chi è, non lo incontravo da anni, ma ne sono sicuro.

-Come credete di farcela?- a parlare è Misty Knight –Se ci tenete qui abbastanza a lungo, prima o poi fuori si accorgeranno di quanto state facendo. Arriverà la Polizia, le forze speciali, non potrete sperare di cavarvela.-

-Lei crede?- ribatte il Comandante Blu –Mi creda abbiamo pensato a tutto, se collaborerete, questa storia si concluderà in fretta e se anche arrivasse la Polizia…abbiamo i più importanti notabili della città: il Procuratore Distrettuale, quello degli Stati Uniti, no, non oseranno far nulla contro di noi, credetemi. Adesso scusate, ma è ora di cominciare, siete pregati di consegnare le vostre carte di credito, ecc. Non fate resistenza per favore.-

            Uno dopo l’altro, i vari notabili eseguono l’ordine e poi, vengono raggruppati in  gruppetti non superiori a dieci persone l’uno e rinchiusi in varie stanze del grattacielo. A parte un gruppetto di uomini e donne, che rimangono nel salone con il Comandante Blu ed alcuni suoi uomini. Tra questi: Matt Murdock, Misty Knight, Rae Lacoste, Blake Tower, Connie Ferrari, Foggy Nelson.

-Che intenzioni avete adesso?- chiede Matt all’uomo.

-Adesso aspetteremo e quando avremo completato il nostro lavoro sarete liberi.-

            E se accadrà, comincerà il mio di lavoro, pensa l’avvocato.

 

 

3.

 

 

            Sono rinchiusi in una stanza del 23° piano. Un gruppo eterogeneo tra cui spiccano: Tony Stark, James Rhodes, Marc Spector ed Hobie e Mindy Brown.

-Dobbiamo fare qualcosa!- esclama Spector.

-E cosa proporrebbe che facessimo?- ribatte Hobie –Se proviamo qualche reazione quelli ci fanno fuori tutti e mia moglie è incinta, non voglio rischiare.-

-A cosa pensi, Rhodey? – chiede Tony Stark.

-Questa gente può essere pericolosa.- risponde Jim Rhodes –Sono organizzati come una compagnia dell’esercito, i nomi delle pattuglie: Alpha, Bravo, Charlie, Delta, sono quelli delle classiche suddivisioni dei plotoni: Alpha e Bravo, primo plotone, Charlie e Delta, secondo plotone. Lo so, ero ufficiale dei Marines prima di finire qui.-

-Sono d’accordo.- interviene Marc Spector -Questa gente viene dall’esercito, probabilmente reduci del Golfo o ex dei corpi speciali: Delta Force o simili. Il loro modus operandi è quello.-

-Anche lei ha esperienza militare Mr. Spector?- chiede Hobie.

            Rhodey osserva Spector, un breve attimo, poi un sogghigno gli appare in volto:

-Credo che Mr. Spector preferisca non ricordare certe parti del suo passato…- dice -…ma ho degli amici che ricordano certe guerre in Africa…-

-Basta così, credo che ognuno di noi abbia abbastanza scheletri nel suo armadio, da volerli vedere sepolti per sempre.- ribatte l’altro –Ora dobbiamo pensare a cosa fare per uscire da questo pasticcio.-

-Non crede che ci lasceranno andare, vero?- continua Hobie Brown mentre la sua mente esamina rapida ogni possibile soluzione. Il suo sguardo corre lungo ogni parte della stanza. Ci dev’essere un modo per uscirne, pensa, se solo avessi il mio costume da Prowler con me, beh tanti saluti all’idea. Hobie sarebbe sorpreso di sapere quanti in quella stanza ed in quelle vicine stanno pensando la stessa cosa.

-Siamo merce troppo preziosa. Vogliono i codici delle nostre carte di credito, così dicono, ma se non glieli dessimo? Tortura o morte, forse? E se la notizia trapela ed arriva la Polizia? Io non voglio star qui senza far niente.- replica Spector.

-E cosa potremmo fare noi poveri esseri umani comuni contro della gente così ben armata e preparata?- chiede Tony un sogghigno.

-Ci sono due modi per uscire da qui.- interviene Hobie -Uscire dalla finestra e muoversi lungo il cornicione sino a raggiungere una stanza vuota…-

-E chi potrebbe farlo Hobie?- gli chiede il suo capo Elias Winters –Io no di certo.-

-Ho fatto il lavavetri quand’ero adolescente.- replica Hobie –L’altezza non mi spaventa. Potrei farcela…-

-Hobie è pericoloso e tu non….-Mindy Brown s’interrompe prima di lasciarsi scappare un…”non hai l’attrezzatura di Prowler, compromettendo l’identità segreta del marito e poi…non vuol fare la parte della classica donna preoccupata.

-C’è un'altra via.- continua Hobie –Aprire il condotto d’aerazione e scivolare verso la salvezza.-

-Bel piano.- dice Tony –Ma ammesso che possiamo farcela, cosa accadrebbe a chi ci provasse, una volta giunto nella zona delle telecamere?-

-È un problema a cui penseremo al momento opportuno, io vado.-

-Rhodey tu?-

-Sono l’unico che può farlo.- ribatte Rhodes –Ho esperienza militare, sono addestrato alla guerriglia e so usare le armi alla perfezione, lo farò.-

-Verrò con te Rhodes.- dice senza mezzi termini Marc Spector.

-Ok, ma seguiremo vie diverse, tu prendi la finestra, io il condotto d’aereazione.-

            Stark e gli altri non hanno molto da dire a questo punto.

 

            I preparativi vengono fatti rapidamente. Senza perdere altro tempo, Jim Rhodes si sfila giacca e camicia e scarpe, poi un paio di sedie vengono portate per permettergli di raggiungere il condotto d’aerazione. Il portello è, ovviamente chiuso, ma aprirlo non è un problema e Jim s’infila nello stretto condotto.

            Passo dopo passo, scivola per il condotto metallico, poi ecco il primo ostacolo: il tunnel scende, che fare ora? Rhodey stringe i denti, non c’è scelta giusto? Può tornare indietro, ma non servirebbe a nulla e Rae e tutti gli altri ne soffrirebbero. Beh è facile fare l’eroe quando hai un’armatura superaccessoriata che ti aiuta, dimostra di che stoffa sei fatto, adesso. Si mette le braccia sopra la testa e si lascia andare.

 

            Aeroporto Internazionale John Fitzgerald Kennedy, dove atterra un 747 proveniente da Londra. La Vedova Nera è tornata a casa. Natasha Romanoff si muove sinuosa e sicura uscendo dal Terminal, ignorando completamente i due uomini, che hanno viaggiato con il suo stesso volo e che, anche ora, la osservano con occhi non proprio benevoli.  Descriverli è semplice: il più basso dei due è un cinese, alto circa un metro e sessantacinque, capelli cortissimi, baffi alla mongola, sui 40 anni circa; l’altro è un bianco dai capelli grigio ferro e due radi baffetti, sui 45 anni. Un osservatore attento noterebbe il portamento eretto del bianco, un modo di muoversi che indica un passato, se non un presente, militare.

            Sotto i loro occhi, la Vedova incontra il suo mentore/autista/tuttofare Ivan Petrovitch.

-Bentornata Piccola Zarina!- la saluta lui

-Ivan, mi sei mancato vecchio cosacco!- dice lei abbracciandolo

-Uhm, si certo, ci credo.- ribatte lui sciogliendosi dall’abbraccio e cominciando a mettere le valige nel bagagliaio della sua Limousine –Non avrai fatto altro che pensare al vecchio Ivan a Londra col tuo signor Reston.-

            Lei ride:

-Ivan, sei peggio di un padre, a volte, ed io non sono più una bambina, non dimenticarlo.-

-Vorrei crederci.- mormora Ivan tra se.

-Cosa?

-Niente, niente. Su andiamo, non perdiamo altro tempo qui.-

Mentre partono verso l’appartamento di Park Avenue della Vedova, i due uomini avanzano verso la postazione dei taxi.

-Quando ci occuperemo di lei Arkady Vladimirovitch?- chiede il cinese.

-Pazienza Ling. Non è ancora il momento, ma non dubitare che, quando ripartiremo da qui, la tanto vantata Vedova Nera sarà nostra prigioniera.-

            E su questa, alquanto sinistra, nota, lasciamo i nostri due cospiratori e torniamo alla scena principale del nostro piccolo dramma.

 

            Nel salone sono rimasti in pochi e, tra questi pochi, l’avvocato Matt Murdock sta facendo lavorare il cervello. Non gli sfugge l’assurdità della situazione. Anche se potesse diventare Devil, questa gente combinerebbe una carneficina prima che lui potesse stenderne a sufficienza. I suoi sensi gli hanno rivelato che al party c’erano altri supereroi in incognito, non può che sperare che riescano ad intervenire.

 

            Nella stanza dove si trovava prima Jim Rhodes, Hobie Brown ha avuto un’idea. Comincia con l’avvicinarsi ad un interruttore della luce e …

-Mindy, amore, passami una forcina, per favore.-

-Che vuoi fare?-

-Ora lo vedrai…spero.-

            Riesce a smontare l’interruttore e mette allo scoperto i fili elettrici. Bene, pensa, ora se potessi riuscire a fare quel che spero. Non ho i miei congegni di Prowler, ma ho sempre il cervello che li ha inventati e, forse, posso riuscire a combinare qualcosa di utile. Tony Stark gli si avvicina interessato.

-Che vuol fare Mr. Brown?- gli chiede.

-Mi conosce? Sono lusingato.-

-Mi tengo sempre informato sulla concorrenza.- sogghigna Tony –So che Elias Winters ha molta fiducia in lei.-

            Winters fa un mesto sorriso.

-Vedremo se me la merito. Volevo vedere se era possibile creare un cortocircuito per mandare in tilt l’impianto elettrico del palazzo. Sono sicuro di poterci riuscire, o almeno…ne sarei sicuro se non avessi solo una forcina come strumento, ma bisogna adattarsi alle situazioni, credo.-

-La prima armatura di Iron Man che ho costruito era fatta con materiale di fortuna,[38] ma ha funzionato.- aggiunge Tony –Quindi vediamo quel che possiamo fare.-

            Tony Stark, è proprio Tony Stark quello che si sta complimentando con lui e lo sta incoraggiando? Se glielo avessero detto solo due anni fa, avrebbe pensato che lo stavano prendendo in giro ed invece…

 

            Marc Spector non ha problemi di vertigine, ma cerca lo stesso di non guardare verso il basso. Non deve aver paura, ha sorvolato spesso la città, passando di palazzo in palazzo, appeso ad uno dei suoi cavi. Cavi che non sono qui, come non ci sono le mezzelune, gli shuriken o il Moon Glider pilotato da Frenchie. No, deve contare solo su stesso, ma non l’ha sempre fatto, dopotutto? Avanti, un altro passo verso la prossima finestra e, per fortuna che siamo in periodo di luna piena, la sua forza ed i suoi riflessi sono al massimo. Ce la farà…certo, come no?

 

            È stato un bel tuffo e Rhodey si rende conto di essere pieno di ammaccature ed abrasioni. Beh se uscirà di qui si troverà un’infermeria in cui medicarsi e se non ne uscirà…oh beh che importanza avrà se seminerà pelle e sangue nel condotto? Scuote la testa, sembra un dialogo da film di Bruce Willis, Jean Claude Van Damme o, Dio ci scampi, Steven Seagal. Un momento, quelle erano voci. Rhodey si avvicina ad una grata. Tombola, è caduto proprio all’altezza del centro comunicazioni, una di quelle coincidenze che, lette in un libro o viste in un film, gli avrebbero fatto scuotere la testa per l’inverosimiglianza. I due uomini che stanno nella sala devono aver sentito il rumore della caduta, perché si dirigono proprio lì. Deve raggomitolarsi ed aspettare…

 

            -In teoria dovrebbe funzionare…- dice Tony Stark -…ma c’è un solo modo di scoprirlo.-

-Giusto!- afferma Hobie Brown –Vuol farlo lei?-

-Un filo per uno Mr. Brown….Ed ora…”via”-

            Nel momento in cui i fili si toccano c’è una scintilla, Hobie sente una lieve scossa alle mani e ricade all’indietro, mentre le luci ondeggiano per qualche istante, poi….si spengono.

 

           

4.

 

 

            Accade tutto quasi contemporaneamente. Mentre gli uomini del centro comunicazioni staccano la grata del condotto di aerazione, le luci si spengono di colpo ed i due uomini sconcertati si beccano un pugno nel naso. Approfittando del disorientamento, Rhodey salta fuori e, con pochi colpi ben assestati, li abbatte entrambi

 

            Le luci si spengono e nel buio più assoluto, Matt Murdock trova l’occasione che stava aspettando. Con un colpo del bastone, abbatte l’uomo accanto a lui, poi salta addosso a quello di fronte.

-Cosa sta succedendo?-urla il Comandante Blu.

-Non so signore, io…-

            Riesce a distinguerli dai prigionieri e li colpisce senza paura. L’oscurità non ha significato per chi ci convive dall’età di 15 anni.

 

Nello stesso momento, poco più in là, Marc Spector sfonda con un calcio una finestra e si trova in una stanza vuota, almeno per il momento. Sente arrivare qualcuno, richiamato dai rumori di vetri infranti. Vede la scia luminosa di una torcia e si appiattisce dietro la porta. Uno entra, Spector gli sferra un calcio al polso e la torcia cade. Subito dopo, una raffica di mitra, ma Marc se l’aspettava e la evita facilmente. Nemmeno per lui il buio è un problema. La luna gli dà tutta l’illuminazione necessaria e poi, lui è il protetto di Konshu, il dio lunare della vendetta. Prima che possano fare qualcosa due dei sequestratori sono abbattuti,

 

Più in basso, Jim Rhodes si aggira circospetto. Con in pugno uno dei mitragliatori di quei tizi, si sente meglio. Tra poco, lo sa, entreranno in azione le luci d’emergenza e lui deve decidere cosa fare. Può uscire dal palazzo e cercare aiuto, oppure…

-Jack, Harry! Che succede?-

-Niente amico!- esclama Rhodey e spiana la sua arma verso I nuovi arrivati.

-Chi sei? Fatelo fuori!-

-Non fatemelo fare!- replica Jim, ma i suoi avversari aprono il fuoco, Rhodey balza di lato e fa fuoco a sua volta abbattendoli. Mentre si rimette in piedi, dal comunicatore sul tavolo esce la voce del Comandante Blu.

-Charlie, rispondete Charlie, che sta succedendo?-

            Le luci d’emergenza si accendono, mentre Jim prende il comunicatore.

-Puoi scordarti Charlie amico e tra poco anche Delta.-

-Cosa? Chi sei tu?-

-Quello che sta venendo a prenderti bastardo!- risponde Rhodey, interrompendo la comunicazione.

            Che uscita da macho pensa, fa molto Schwarzenegger, direi. Beh ora temo che dovrò fare quel che ho promesso.

 

            Matt ha appena steso uno degli uomini del plotone quando sente il calore delle luci che si riaccendono. È vicino alla porta, quando sente la voce che intima:

-Non lo faccia avvocato, non voglio ucciderla.-

            Matt si gira verso la fonte della voce e dice tranquillo:

-Non le converrebbe. Non so perché, ma il suo piano non sta funzionando, se aggiunge alla lista delle sue accuse l’omicidio, la sua posizione peggiorerà.-

-Detto da vero avvocato, ma non si preoccupi per me, chiunque abbia steso i miei uomini qui od in questa sala la pagherà cara.-

            Fallo parlare, pensa Matt, guadagna tutto il tempo che puoi. Fa in modo che non si accorga che c’è qualcuno nel corridoio, finché non sarà troppo tardi.

-Mi dia retta Comandante Blu, richiami i suoi uomini finché è in tempo, può ancora andarsene senza danno.-

-Zitto! Qui comandante Blu, Delta mi sentite?-

            Scariche statiche, poi:

-Qui Capo Pattuglia Bianco, comandante, siamo a caccia dell’intruso!-

-Bene, non perdete tempo con lui, stendetelo!-

 

            Rhodey avanza nei corridoi guardandosi intorno. Non è peggio che nella giungla, pensa, me la sono cavata allora ed ho imparato diverse cosette. Entra in una stanza non appena sente un rumore: è uno della Pattuglia Delta. Non fa in tempo ad accorgersi di niente, Jim l’assale da dietro, e gli preme la carotide col fucile, una pressione che serve a farlo svenire. Lo trascina dentro la stanza, scarica il mitra, lo lega e poi, è di nuovo fuori. Tattica di guerriglia, pensa Rhodey, loro sono quattro, ma, presi uno ad uno, sono vulnerabili. La tattica degli Orazi e Curiazi, come diceva il sergente istruttore. Dannazione! Queste erano cose che sperava di essersi lasciato alle spalle.

 

            Non troppo curiosamente, Marc Spector sta pensando le stesse cose. I fantasmi del tuo passato non ti abbandonano mai. Non sa cos’è successo nel salone, è chiaro che qualcuno ha abbattuto due uomini durante il blackout, ma chi? Non certo Murdock, il cieco, ma non importa, non ci sarà momento migliore di adesso. Sono disorientati, nervosi e questo gli fa comodo. L’uomo che gli sta davanti è distratto da quanto sta avvenendo all’interno della sala e Marc ne approfitta per agire. Gli salta addosso silenziosamente e lo abbatte. Se è fortunato, non si accorgeranno della sua assenza per il tempo sufficiente.

 

            Un’altra sala ed altri uomini e donne che abbiamo sinora trascurato. Kyle Richmond è stato fermo sinora, ma adesso ha preso una decisione. Non ha a che fare con i suoi dubbi sull’essere un eroe, no, qui non sono in gioco i costumi, ma solo scegliere se accettare o meno un sopruso.

-La fuori sta succedendo qualcosa.- dice –Non possiamo star fermi senza far niente. Troviamo il modo di uscire da qui!-

-E come pensi di fare?- gli chiede Yvette Freeman.

-Non so ancora, ma…-

-State indietro!- è Danny Rand a parlare, poi, senza dire altro, si avvicina alla porta e sferra un calcio che la fa aprire di scatto. L’uomo dietro la porta rimane perplesso solo un istante, ma basta ai riflessi superveloci di Kyle, per permettergli di saltargli addosso prima che possa usare la sua arma. Rotolano sul pavimento e subito interviene Colleen Wing, che afferra la pistola caduta per terra e la punta alla testa del criminale.

-Una mossa e ti stacco la testa.- esclama –Non sto bluffando, sono capacissima di farlo.-

-Dalle retta!- interviene Dwayne Taylor, uno dei vice Presidenti della REvolution, nonché, segretamente, il supereroe chiamato Night Trasher. –Questa è Colleen Wing, della Nightwing Restorations, ne avrai sentito parlare, è capace di centrare una moneta a trenta passi ed è esperta di arti marziali.-

-La posso assumere come Press Agent Mr. Taylor?- chiede, ridendo, Colleen

            Dwayne non ribatte, aiuta a rimettere in piedi l’uomo ed a legarlo.

-Ed ora?- chiede –Idee?-

-Una sola, per me.- risponde Danny –Vediamo se possiamo aiutare gli altri ad uscire da questo guaio.-

 

 

5.

 

 

            -Voglio sapere cosa sta succedendo qui!- urla il Comandante Blu –C’è qualcuno che ha battuto la Pattuglia Charlie e qualcuno che ha abbattuto due di noi qui dentro e voglio sapere chi è.!-

            Si volge verso Misty Knight:

-Lei miss Knight, lei è un’ex poliziotta, un'investigatrice privata, ha un braccio bionico… è stata lei a colpire i miei uomini?-

            Misty sogghigna, come gli altri, non ha idea di quanto sia realmente successo al buio, ma qualcuno sta innervosendo il Comandante Blu ed è il caso di approfittarne

-Chissà? Può darsi.- risponde –Il tuo teatrino sta crollando Comandante. Segui il consiglio di Murdock e vattene finché puoi.-

-No! Ora vedremo chi ha in pugno la situazione. Delta, qui Comandante. Avete trovato l’intruso?-

-Signore io…-

            Scariche statiche.

-Delta, rispondi!-

            La voce di Jim Rhodes eccheggia dalla radio:

-Temo che non risponderanno amico, ho paura che siate rimasti solo voi lassù, rimani ad aspettarmi!-

            Il Comandante Blu sembra tremare, poi urla:

-Niente da fare amico! Uomini, prendete tutti gli ostaggi dalle stanze e portateli qui e tu, amico…hai mezz’ora per arrivare qua disarmato o io farò uccidere un ostaggio ogni cinque minuti, sbrigati!-

 

            La porta si apre e l’uomo della pattuglia Bravo entra e, mette il piede su una pozza d’acqua.

-Cosa?- mormora, poi il filo elettrico scoperto cade nella pozza. La tensione è bassa, ma basta perché l’uomo sia scosso e lasci cadere la sua arma. Sta ancora tremando quando il diretto di Tony Stark lo coglie alla mascella.

-Niente male per un industriale playboy.- mormora Hobie Brown.

-Solo sana palestra.- si schermisce Tony.

 

            Il Vice Comandante vorrebbe lasciare il salone, ma si trova un’arma spianata sul naso.

-Fermo, non uscirai di qui amico e nessuno di voi!-

.-Che ti prende togliti!-

            L’uomo si toglie il passamontagna e si rivela per Marc Spector:

-Credo che siate finiti signori, dai corridoi non si sente attività, siamo solo noi!-

             Come se fosse un segnale, Misty Knight agisce e, con uno scatto da un colpo col suo braccio bionico al suo più vicino carceriere, Matt Murdock fa lo sgambetto ad un altro ed un terzo che si stava muovendo, si ritrova il tacco a spillo della scarpa destra di Rae Lacoste in pieno inguine e si piega in due dal dolore.

            In quel momento, l’ascensore dell’atrio si apre e spunta Jim Rhodes con il fucile in pugno e, dai corridoi contrapposti, arrivano il gruppo di Tony e Hobie e quello di Danny, Colleen e Kyle Richmond.

-A quanto pare ci sono dei cambiamenti.- dice Rhodey sogghignando.

            Il gruppetto entra nella sala.

-A quanto pare il tuo stupido piano non ha funzionato!- dice Rhodey al Comandante Blu.

            Quest’ultimo strabuzza gli occhi.

-Non…non è possibile!- esclama. Punta la sua arma verso Rhodey e poi…

-Non te lo consiglio amico. Io sono armato, Mr. Spector è armato ed anche Misty Knight ed altri. Sappiamo usare le armi tutti quanti. Saresti morto dopo la prima raffica. Agisci da soldato intelligente. Arrenditi.-

            Il Comandante esita un istante, poi abbassa il fucile.

 

            La Polizia è arrivata e porta via gli uomini del commando e gli ospiti si apprestano ad andarsene. L’indomani sarà giorno di deposizioni al Distretto, ma stanotte è ora di stare insieme.

 

            Rae Lacoste abbraccia Rhodey.

-Sei stato grande.- gli dice

-Abbiamo fatto tutti quello che potevamo, a modo nostro. Quei tizi hanno avuto la sfortuna di sequestrare gente determinata.-

 

            Tony Stark annuisce silenzioso mentre il suo sguardo corre ai suoi amici: Colleen, Misty, Danny Rand, Dwayne Taylor. Un gruppo che ha saputo dare il suo meglio in questa situazione. Niente armature, niente strani gadget o superpoteri (o almeno così crede lui), ma se la sono cavata molto bene.

 

Matt Murdock si appoggia a Deborah Harris. Anche lui può essere contento di se stesso, è riuscito a proteggere la sua identità segreta ed a fare ugualmente la sua parte contro gli aggressori. Passando, percepisce Blake Tower che parla con un Capitano…disposizioni per le future incriminazioni, sicuramente. Chissà se influirà sulla campagna elettorale quel che è successo stasera?

 

-Ti assicuro Marlene che non è stato affatto divertente agire senza tutti gli aggeggi di Moon Knight.- dice Marc Spector alla sua compagna.

-Vuoi dire che il veterano di mille conflitti africani ha avuto paura?- ribatte lei.

-Dico solo che, forse, dovevo dar retta a mio padre ed andare alla Scuola Teologica, il Rabbino è un mestiere più tranquillo..-

-Troppo per te, non dureresti due giorni. E poi…pensa ai risvolti pubblicitari, immagino già i titoli: “Eroico imprenditore salva la situazione.” Le azioni della Spectocorp saliranno alle stelle.-

-Marlene, per carità…-

 

            Hobie e Mindy Brown non pensano alla pubblicità, vogliono solo tornare alla normalità delle loro vite. Il semplice fatto che non siano così normali, beh non ha questa grande importanza.

 

            Kyle Richmond ha sempre le sue domande sull’essere eroe ed un nuovo motivo per rifletterci sopra.

 

            Quanto a J. Jonah Jameson, lui ha un giornale da far uscire ed una notizia da prima pagina:; “Eroico editore in prima linea.” Bisogna fermare le rotative prima che sia troppo tardi.

 

            E intanto il mondo va avanti.

 

 

EPILOGO

 

 

            In un luogo a tre fusi orari di distanza ad ovest di New York un uomo in un ufficio elegante, sta osservando un monitor a cristalli liquidi in cui compare il volto di un altro uomo.

-Dunque Pensatore…- chiede l’uomo misterioso –Qual è il risultato?-

-Beh, come ben sa, i miei calcoli avevano concluso per la comparsa nell’area di crisi dei seguenti supereroi Iron Man al 98, 86%, War Machine al 92, 77%, Devil al 60, 56%, Moon Knight 88, 53%, Iron Fist 69, 91%, Night Trasher 84, 74%, Nottolone 77,24%, Prowler 54, 65%….-

-Infatti, ma in realtà..-

-Nessuno si è visto di questi personaggi. La possibilità che si siano verificate tutte le probabilità contrarie alla loro presenza è una coincidenza così improbabile che i miei computer portano ad una sola ragionevole conclusione…-

-Che credo di aver immaginato…-

-…la conclusione è che quei personaggi erano già lì nelle loro identità civili. O questo o la più incredibile coincidenza di fattori negativi nella storia del calcolo statistico.-

-Molto bene Pensatore.- si è guadagnato il suo onorario. Se avrò ancora bisogno dei suoi servigi la contatterò nel solito modo, arrivederci.-

            Il monitor si spegne e l’uomo si adagia contro la sua poltrona di pelle e riflette. Tutto sta andando come previsto. Il Comandante Blu ha fatto un buon lavoro ed anche lui avrà la sua giusta ricompensa, comprensiva dei disagi della detenzione, domani i suoi avvocati saranno già al lavoro per rendere a lui ed i suoi uomini più facile la vita.

            Preme un pulsante e sul monitor di prima appare il volto di una giovane donna.

-Miss Wright vorrei che mi facesse avere per domattina i nominativi dei partecipanti al Party di beneficenza della Taylor Foundation di stasera a New York e si assicuri anche che il Bonifico al proprietario, pardon l’ex proprietario del New York Express, sia pervenuto al suo conto corrente. Voglio i dati sulla mia scrivania per le otto di domattina, grazie.-

            L’uomo ora si rilassa, gira la poltrona verso una parete piena di monitor, che registrano avvenimenti da mezzo mondo, comprese immagini satellitari. Sorride. Gregory Gideon aveva avuto l’idea giusta, ma non è riuscito a portare a compimento i suoi piani, lui invece ci riuscirà. Ha investito molti soldi nel progetto, ma i soldi non significano nulla per lui, ha speso dieci volte quella somma nell’ultima donazione di beneficenza. L’investimento gli ha reso molto di più: conoscenza. E la conoscenza è potere. I suoi piani sono solo all’inizio.

 

 

FINE

 

            Eccoci arrivati alla fine di un episodio anomalo di Marvel Knights, anomalo perché non vi sono costumi variopinti, ma uomini e donne come gli altri che hanno dovuto cavarsela come hanno potuto. Com’era inevitabile alcuni personaggi sono stati sotto i riflettori più di altri, ma spero che anche le solo due righe che ho dedicato a qualcuno vi abbiano soddisfatto.

            Il finale del racconto rivela un mistero le cui ripercussioni si sono viste e si vedranno in altre storie delle mie serie e, spero, non solo delle mie. Chi è l’uomo misterioso e quali sono i piani a cui si riferisce? Per quel che riguarda i piani, beh forse l’accenno a Gregory Gideon basterà a darvi sufficienti indizi, quanto all’identità dell’uomo misterioso, beh il lettori abituali conoscono già la risposta,gli altri la sapranno presto.

            Qualcuno si chiederà: ma il Pensatore Pazzo, non era in custodia nel Cubo? Non è un ostacolo per chi può trasferire la sua coscienza in un corpo androide libero come l’aria. Non vi convince?  Chiedetelo a Frost o al Pensatore stesso allora.

            A presto gente.

 

 

Carlo

e

 



[1] Per avere un resoconto della quale v’invitiamo caldamente a leggere Lethal Honey #1 e 2

[2] In una vecchia storia dei Campioni in Thor (Corno) #182/187

[3]Il G.R.U.  (Glavnoye Razvedyvatelnoye Upravlenie, Amministrazione Primaria Informazioni) è il servizio segreto delle Forze Armate Russe

[4] La seconda Vedova Nera, ma devo proprio dirvi tutto?

[5] Alexi Alanovitch Shostakov ha ricoperto il ruolo di Guardiano Rosso in Avengers (Vol I) #43/44 (Thor, Corno #51/53) dove è morto da eroe

[6] Non ditemi che non sapete chi è…

[7] Matt Murdock alias Devil, ma lo sapete no?

[8] “Via col vento” ovviamente

[9] Iron Man #255 inedito

[10] E lo potete trovare regolarmente su WorldWatch

[11] Che li hanno affrontati in Avengers West Coast #87/88 (Marvel Extra #14)

[12] In Iron Man (Vol II) #12 (IM&V #

[13] F.S.B. (Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti, ovvero Sevizio Federale di Sicurezza o Servizio per la Sicurezza Federale) il servizio di controspionaggi interno della Russia

[14] Mr. Bixby è già comparso nella mini Inhumans su Cavalieri Marvel #1/12

[15] In Iron Man #31 inedito in Italia

[16] C è il nome in codice del Direttore del MI6, il Servizio di spionaggio all’estero della Gran Bretagna, dal cognome del suo primo Direttore Sir Mansfield Cummings. Da notare che nei romanzi e Film di 007 viene utilizzata, invece la lettera M, iniziale del nome. (un Carlo decisamente pedante)

[17] Il Supercriminale è il Dottor Octopus ed il supereroe è L’Uomo Ragno ed i fatti avvennero negli ormai lontani Amazing Spiderman (Vol 1°) #53/55 (Uomo Ragno, Corno, #48/50 o UR Classic, Star, #14/15)

[18] La Camera dei Deputati russa

[19] Cap l’affrontò in Captain America (Vol 1°) #213/214 (Thor, Corno, #193/194), ma ricomparve per affrontare Hulk ed i Rangers in Hulk (Vol 1°) #263/264 (FQ, Star, #16/18)

[20] La storia di Sergei Krylov, alias la Presenza, è troppo complessa per parlarne qui

[21] In Power Man & Iron Fist #81/82 inediti

[22] Talpa in inglese

[23] Un veloce riassunto di eventi, che sono narrati nella serie dei Figli della Tigre in Deadly Hands of Kung Fu #20/24-26 (Shang Chi Maestro del Kung Fu #26/37) e 29/30 32 ed i già citati PM&IF #81/82 inediti

[24] Ritroveremo Silvermane in Devil #6 /8

[25] Per le quali vi rimandiamo alla nostra serie di Iron Man

[26] Nei panni del supereroe Prowler nella sua omonima serie MarvelIt

[27] Come visto in Power Man #47 e 48 (Shang Chi Colore, Corno, #4 e 5)

[28] Abe Brown è il fratello maggiore di Hobie Brown, Prowler

[29] Colin Powell, il Segretario di Stato americano

[30] Negli ormai Classici Marvel Premiere #24/25 ed Iron Fist #1/7 (in Italia su Shang Chi, Maestro del Kung Fu #33/42 o Marvel Collection #2)

[31] Con tante scuse a Gene Roddenberry

[32] Khan sta citando nientemeno che Loki dall’ultima pagina di Thor (Vol 1°) #344 (Silver Surfer, Play Press, #8)

[33] Meglio così, io non avrei saputo cosa inventarmi per giustificarla -_^

[34] Riferimento alle ultime e future storie di Devil

[35] Questa storia si svolge dopo Iron Man #8

[36] Marc Spector “morì” nell’ultimo numero della serie: “Marc Spector Moon Knight, in Marvel Magazine Presenta #3. Le circostanze esatte della sua resurrezione (la terza, credo) non mi sono note, ma è molto probabile che c’èntri il dio egizio della luna e della vendetta, Konshu, di cui Moon Knight è l’agente terreno.

[37] Abe Brown il Figlio della Tigre, visto negli ultimi due numeri

[38] Nel mitico Tales Of Suspence #39 del 1963 (in Italia Devil, Corno, #23)